Venti ex della Sertubi puntano su Servola

«Una ventina di nostri ex dipendenti per i quali a marzo scadrà l’indennità di mobilità punta a frequentare i corsi e gli stage che serviranno a formare i futuri addetti del laminatoio a freddo dello...
Di Silvio Maranzana

«Una ventina di nostri ex dipendenti per i quali a marzo scadrà l’indennità di mobilità punta a frequentare i corsi e gli stage che serviranno a formare i futuri addetti del laminatoio a freddo dello stabilimento siderurgico di Servola». Ne dà notizia Michele Pepe, rsu di Fim-Cisl, il quale aggiunge che il sindacato è in fervida attesa in questi giorni di una risposta favorevole da parte del Gruppo Arvedi di cui, com’è noto, Siderurgica Triestina fa parte. «Sono 18 mesi che noi delegati Fim con il supporto delle segreterie e in stretta collaborazione con assessorati e uffici regionale di competenza - spiega Pepe - siamo in dirittura d’arrivo per concludere un accordo sulla formazione di personale specializzato da inserire nel futuro impianto di laminazione. Nel progetto, elemento logicamente determinante, è stato il coinvolgimento della proprietà stessa dello stabilimento siderurgico che ha a disposizione i curricula tra i quali scegliere i profili più adatti da avviare al corso. Il nostro auspicio è che sia previsto anche uno stage da effettuare direttamente negli stabilimenti del Gruppo Arvedi a Cremona, ipotesi questa che è già stata presa in considerazione dalla Regione e portata avanti con prospettive che ci sono parse favorevoli».

La polemica indiretta di Pepe è anche nei confronti di Fiom-Cgil che non ha eletto alcun rappresentante tra le rsu, ma che ha indetto un’altra protesta di piazza in occasione di una delle prossime sedute del Consiglio comunale. «Il nostro modo di procedere - l’opinione del rappresentante di Fim-Cisl - prefigura una sinergìa tra istituzioni, parti sociali e imprenditori che funziona e che può portare a risultati positivi. Forse il riscontro occupazionale non ne trarrà vantaggio immediato, ma andremo a creare quelle professionalità senza le quali oggi è tutt’altro che facile trovare occupazione».

Oggi in Sertubi sono rimasti 77 dipendenti che a propria volta però non stanno attraversando un momento facile: attendono infatti il verdetto della commissione Ue sulla questione dei dazi comunitari al 33% imposti ai tubi di ghisa importati dall’India. Un mancato taglio dei dazi potrebbe significare una mazzata mortale per l’azienda che Jindall ha in affitto da Duferco.

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