«Venti minuti di paura Volavano lastre di vetro»
Tra i passanti sorpresi dalla bufera in corso Italia anche il sindaco Romoli e Andrea Picco, si sono rifugiati in un bar. I soccorritori: «Strade bloccate dai tronchi»

Bumbaca Gorizia 25_06_2017 Tromba d'aria © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
«Ho avuto paura». Lo ammette Luca, un giovane sorpreso dalla tromba d’aria (per fortuna sua) quando stava già rientrando nella sua abitazione nel centro di Gorizia. Ma, di certo, le stesse parole uscirebbero dalla bocca di tantissimi goriziani che ieri mattina hanno vissuto lunghi minuti di apprensione quando sulla città si è scatenato il finimondo. Il cielo plumbeo, pesante come nemmeno fosse di ghisa, che si era chiuso sulla città via via nel corso della mattinata non faceva pensare a nulla di buono, ma un po’ tutti si aspettavano da un momento all’altro un normale temporale. Invece no. È andata molto peggio. Anche chi scrive è stato sorpreso nel giro di pochi secondi dalla tromba d’aria nei pressi del Caffè Garibaldi, in corso Italia, dove in quel momento c’erano tra gli altri anche il sindaco Ettore Romoli e uno dei candidati alla sua successione di questa tornata elettorale, Andrea Picco. Che nel giro di pochi secondi si sono ritrovati bagnati fradici e frastornati all’interno del locale. «Ero al riparo sotto la tettoia, vicino al muro, poi ho visto volarmi di fronte una lastra di vetro e ho capito che era meglio scappare dentro», ha raccontato Picco. Del resto proprio l’area di corso Italia è stata una delle più colpite. Passata la tempesta, è iniziata la conta dei danni, con decine di goriziani, esercenti o comuni cittadini, impegnati a spostare rami o riparare i danni, controllare le condizioni delle automobili in sosta o sollevare le biciclette e i motorini scaraventati sull’asfalto dalla furia degli elementi. In via Garibaldi troviamo Desmond Cache, il giovane titolare del Cafè La Chance, impegnato a raccogliere quel che resta delle piante che si trovavano fuori dal suo locale, e poi pronto a rimboccarsi le maniche per aiutare i colleghi vicini. Ad avere la peggio sono stati soprattutto gli arredi esterni della pizzeria “Le Mokò”. «Sistemiamo le cose che potrebbero volare via ancora, e mettiamo in sicurezza quest’area, così almeno il locale può riprendere a lavorare», ci dice Desmond. Poco distante ecco Luca. «Ho avuto paura, lo ammetto, non avevo mai visto nulla del genere – racconta –. Attendevo con ansia la pioggia che abbassasse un po’le temperature asfissianti degli ultimi giorni, e stavo scrutando il cielo per capire quando sarebbe iniziata. Poi nel giro di una ventina di secondi è arrivata la tromba d’aria, e ho visto letteralmente volare in cielo di tutto. Mi sono chiuso in casa e sono rimasto lontano dalle finestre, perché temevo che qualche detrito potesse mandarle in frantumi». Ed in frantumi è andata in effetti una delle finestre del Municipio, piombando di botto sul marciapiede sottostante – dove fortunatamente non stava passando nessuno – e costringendo subito dopo i tecnici comunali a transennare l’area. «Siamo stati chiamati ad intervenire e non riuscivamo a passare in alcune strade con il furgone – ci racconta uno degli addetti –. Abbiamo dovuto liberare dai rami spezzati viale XX settembre, e anche attorno ai Giardini Pubblici la situazione era impressionante. A memoria, a Gorizia non ricordo una cosa del genere». Chi era fuori casa rientra rapidamente per verificare le condizioni della propria abitazione, chi invece si trovava al riparo al momento della tromba d’aria esce per rendersi conto dei danni. E tutti si danno una mano. Come i residenti di via della Levada, a Montesanto, bloccata da un grosso albero che ha tranciato anche i cavi del telefono prima di finire sulla carreggiata. «Ora vediamo se c’è la possibilità di tagliarlo con la motosega, e poi spostarlo un po’alla volta, anche se dobbiamo capire se c’è pericolo per la presenza dei cavi elettrici», ci spiega un ragazzo, mentre parenti e vicini si attrezzano per deviare il traffico e attendono notizie dai Vigili del Fuoco. Che, passando da un angolo all’altro della città, hanno vissuto sicuramente una mattinata e una giornata ad altissima tensione.
Marco Bisiach
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