Villa Hecht diventa “merce di scambio”

L’edificio di via Ginnastica, invenduto da anni, verrà usato dalla Provincia per pagare lavori edili eseguiti in altri immobili
Di Micol Brusaferro

Villa Hecht, ex sede del Max Fabiani e del Galilei, da tempo dismessa, sarà ceduta dalla Provincia con una nuova formula. Dopo quattro aste andate deserte, la vendita della storica dimora di via Ginnastica 53 risultava sempre più difficile, ecco quindi una soluzione che sarà in grado, auspicabilmente, di garantire una destinazione diversa all’immobile e al vasto parco che lo circonda. «Procederemo con un controvalore in lavori - annuncia l’assessore provinciale al Patrimonio Mariella Magistri De Francesco - in pratica organizzeremo una gara per effettuare lavori in alcuni beni di proprietà della Provincia. Alla ditta che vincerà l’appalto daremo parte del corrispettivo degli interventi in denaro, mentre un’altra parte sarà costituita dalla villa stessa. Una sorta di “permuta”. Chi la riceverà potrà trasformarla, ad esempio, in abitazioni, come si era ipotizzato anni fa e rivederle sul mercato».

Ma qual è il valore attuale dell’edificio? «I nostri uffici stanno preparando i capitolati, ma si aggira sul milione di euro - puntualizza - la proposta di darla come controvalore era già stata prevista, in cambio dei lavori che erano stati programmati nella zona di piazzale Canestrini, ma poi per quel cantiere avevamo ricevuto altri fondi e la procedura era slittata». Esternamente le condizioni della villa non sembrano buone, parte dell’intonaco rosso è crollato, su un angolo in modo più evidente, dove si notano i mattoni sottostanti. Qualche finestra è rimasta aperta, chissà da quanto tempo, e in alcuni casi non ci sono più i vetri. «Era stata chiusa come succursale del Galilei perché si trattava comunque di una soluzione provvisoria – ricorda l’assessore – e perché mancavano alcuni elementi importanti per una sede scolastica, non c’erano uscite di sicurezza o strutture per i ragazzi disabili».

La villa dal 2001 viene messa all’asta quattro volte, prima con una base di due milioni di euro, senza successo. Un nuovo tentativo viene effettuato a 1,8 milioni, ma il ribasso non attira comunque nessun potenziale acquirente. Si prova a piazzarla anche successivamente, per due volte, scendendo ulteriormente fino a un milione e mezzo di euro circa. Niente.

«Credo non sia andata venduta perché si tratta di un bene di grandi dimensioni vista anche la considerevole metratura del giardino – ipotizza l’assessore –. Considerando le prospettive più concrete, quindi la possibile trasformazione in appartamenti di lusso, probabilmente gli investitori sono stati frenati anche dalla conseguente gestione del parco. Ma è solo un’ipotesi. C’è da dire poi che il mercato immobiliare negli ultimi anni è in crisi e anche questo fattore ha inciso. Vedremo se la nuova proposta di cessione riscuoterà successo». Difficile definire i tempi, ma l’assessore ricorda che gli uffici competenti sono già al lavoro.

L’edificio ha 1400 metri quadrati, con un’area verde di 3300 metri quadrati, si sviluppa su quattro piani in aggiunta a un livello interrato. Costruita agli inizi del Novecento Villa Hecht era la residenza del console di Svizzera, prima di diventare una scuola nel 1954 dopo l’acquisizione da parte del Demanio. È stata prima la sede di un istituto femminile negli anni ’60, poi del Max Fabiani e infine la succursale del Galilei. Del liceo scientifico resta ormai solo la targa, intatta, collocata a destra del grande cancello che consentiva l’ingresso al comprensorio.

L’immobile si trova alla fine di una stradina, che risulta ancora via Ginnastica, ma che di fatto è una piccola laterale, molto stretta. La villa è circondata da un giardino incolto, con alberi secolari e un groviglio di rami, piante e cespugli diventato sempre più fitto negli ultimi anni. Tutto attorno un muro chiude la proprietà, che confina con altre case storiche.

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