Violenza su una bimba un vicino di casa condannato a 7 anni

UDINE. La bambina aveva quattro anni ed era la figlia di una sua vicina di casa. Con lei e con la sua sorellina passava spesso del tempo: giocavano in giardino e nessuna questione aveva mai adombrato la loro amicizia. Finchè, un giorno, parlando con la mamma, la piccola disse che quell’uomo le faceva il solletico lì, indicando con la manina le proprie parti intime.
Fu l’inizio di un calvario, umano e giudiziario insieme, approdato ieri nella condanna dell’uomo, un 53enne residente nella Bassa e che da quel momento si ritrovò accusato di violenza sessuale su minore di 14 anni e di corruzione di minorenne, alla pena di 7 anni e 2 mesi di reclusione e al versamento di 15 mila euro a titolo di risarcimento dei danni morali ai genitori della bambina. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale riunito in composizione collegiale (presidente Carla Missera, a latere Andrea Fraioli e Laura Alcaro) al termine della discussione, nella quale il pm Claudia Danelon (in sostituzione della collega Viviana del Tedesco, titolare del fascicolo) aveva chiesto una condanna a 8 anni, mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Daniela Lizzi, ne aveva sollecitato l’assoluzione, insistendo sull’innocenza del proprio cliente. Soddisfatto l’avvocato Denisa Pitton, con cui la famiglia si era costituita parte civile e che, attraverso il proprio consulente, lo psicologo Ezio Ciancibello, di Portogruaro, aveva contestato la parte delle conclusioni del perito del tribunale, Tiziana Magro, secondo le quali la bambina sarebbe stata incapace di ricordare il proprio passato (memoria autobiografica) e, quindi, anche di rendere una testimonianza.
Erano state proprio le dichiarazioni della piccola a mettere in moto le indagini e, poi, a sostenere l’impianto accusatorio. i fatti risalgono all’estate del 2010, quando l’uomo (separato e a sua volta padre) avrebbe costretto la minorenne a subire atti sessuali, consistiti in reciproci toccamenti delle parti intime e nel mostrarle come lui si toccava. In una sola occasione, il vicino si sarebbe mostrato nudo, in bagno, alla stessa bambina e a una sua amica più grande. per questo episodio, i giudici hanno ritenuto l’imputato innocente e lo hanno assolto con la formula «perchè il fatto non sussiste». (ldf)
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