Violenza sulle donne in costante aumento

Uno stormo di palloncini rossi a invadere il cielo. Nell’aria fresca di una bella giornata di sole, la forza delle donne non è passata inosservata. Violenza tra dire e fare, non è stato solo un evento dedicato a chi subisce maltrattamenti, ma soprattutto una vera e propria denuncia contro un fenomeno – molte volte nascosto - in continua crescita. La violenza di genere è una di quelle forme di oppressione maschilista che ogni anno porta troppe vittime sull’orlo della morte. Nonostante l’evoluzione di una società sempre più moderna, resta l’amarezza per quell’aggressività che caratterizza molti uomini.
Ieri mattina a Palazzo Attems Petzenstein, si è voluto parlare di un problema presente, anche nell’isontino. «L’importanza di questa iniziativa ha permesso di coinvolgere figure esperte nella comunicazione legata al maltrattamento. È necessario cambiare il modo di narrare i fatti perché spesso l’eccesso di particolari così come la drammatizzazione, non fanno altro che ridimensionare il valore reale di questi atti brutali - ha affermato l’operatrice psicologa Caterina Di Dato del Centro Antiviolenza, gestito dall’Associazione di volontariato Sos Rosa Onlus Gorizia –. Le persone devono capire che la violenza è l’ultimo atto di un’escalation da cui è impossibile tornare indietro. Il nostro servizio gratuito è gestito da un personale tutto al femminile proprio per permettere alle vittime di sentirsi libere di confidarsi».
A prendere parte a questa delicata mattinata, c’erano anche gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, che hanno collaborato attivamente a questa iniziativa. «Durante le ore di lezione, abbiamo scritto il nostro pensiero sull'argomento sopra alcuni post it. Mi è sembrata un’idea molto interessante poter partecipare attivamente a questo progetto. Mi sono chiesta quali siano i primi segnali da cogliere in modo da prevenire il fenomeno», ha dichiarato Matilde, una delle tante studentesse che credono nella possibilità di cambiare le persone con la bontà interiore. Perché lo scopo della giornata era questo: lasciare nel cuore di questi giovani un sentimento che permetta alla società di rinascere, partendo appunto dalle basi.
«C’è ancora molto da fare, ma sono soddisfatta di questa mattinata. I ragazzi devono rendersi conto dell’esistenza del problema. Esistono differenti gruppi a sostegno della sensibilizzazione generale. Mi auguro che prima o poi si possa collaborare in un’unica rete perché il più delle volte è proprio la casalinga di un piccolo paese a subire brutalità da parte del compagno», ha sottolineato l’assessore provinciale al Welfare e Pari opportunità e moderatrice per l’occasione, Ilaria Cecot. All’evento sono intervenuti anche l’Assessore all’Istruzione della Regione, Loredana Panariti, il vicepresidente Roberto Collini della Fondazione Carigo e il vicequestore aggiunto della Questura di Gorizia, Claudio Culot. «Oltre ad aver tagliato il filo rosso, simbolo della violenza, il lancio in aria dei palloncini è stato davvero emozionante. Centoventinove vittime sono state ricordate, invocando pace e libertà. Ho raccontato ai ragazzi il contenuto di un antologia sul femminicidio, Nessuna Più. Ho notato molta attenzione e interesse per il tema», ha ricordato lo scrittore Stefano Caso. Ma questo non vuole essere l’incontro isolato di un mondo menefreghista. Codice rosa: la violenza, conoscerla per prevenirla ha avuto luogo l’11 febbraio all’auditorium di Monfalcone e il 17 febbraio si svolgerà nell’ospedale di via Fatebenefratelli a Gorizia, perché è solo grazie alla comunicazione che la vita può migliorare.
Valentina Princic
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