Vito e Moretti: «Centrodestra vergognoso»

«Vergognoso è l’atteggiamento del centrodestra goriziano che, anziché misurarsi sui problemi e fare proposte, continua non solo a opporsi pregiudizialmente a qualsiasi ragionamento, fa...

«Vergognoso è l’atteggiamento del centrodestra goriziano che, anziché misurarsi sui problemi e fare proposte, continua non solo a opporsi pregiudizialmente a qualsiasi ragionamento, fa disinformazione con menzogne vere e proprie, come abbiamo letto dalle dichiarazioni incredibili fatte da Del Sordi. Non c’è da meravigliarsi che con questi atteggiamenti ostili aprioristici, se chi oggi amministra Gorizia, isola sempre più la città nel contesto politico regionale».

Inizia così una nota (congiunta) dell’assessore regionale Sara Vito (nella foto) e del consigliere Diego Moretti. «La scelta di chiudere il Punto nascita di Gorizia è una decisione dolorosa, ma sia l’assessore Telesca sia i segretari regionale e provinciale della Cgil hanno rimarcato come il Punto nascita di Monfalcone offra tutte le garanzie di sicurezza richieste (in un territorio omogeneo piccolo come quello isontino) per mamme, nascituri ed operatori. Peraltro, quella sul Punto nascita non è l’unica decisione difficile presa: la giunta regionale, nel supplire ad anni di non-scelte, preannunciando interventi anche nei confronti degli ospedali di Cividale, Gemona, Sacile e Maniago, ha dato un’impronta ben chiara e coerente rispetto a quelli che saranno i contenuti della riforma sanitaria, il cui obiettivo non è quello di risparmiare, bensì quello di razionalizzare».

«I temi della rinnovata organizzazione delle Aziende, la priorità data alla sicurezza dei pazienti ed all’efficienza delle strutture sanitarie, il graduale spostamento dell’assistenza dall’ospedale al territorio, l’appoggio alla collaborazione transfrontaliera sul percorso-nascita con Sempeter, sono i punti sui quali deve concentrarsi il dibattito sul futuro della sanità isontina. Come Isontino, dobbiamo chiedere che i contenuti della riforma (comprese le schede funzionali di ciascun ospedale) e le scelte organizzative ricadenti sul territorio, vengano fatte sulla base dei criteri oggettivi (efficienza, attrattività, attività) e non sulla base della forza politica o del “peso specifico” di un territorio rispetto ad un altro, come avvenuto finora in tante occasioni». (fra.fa.)

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