Week surgery, sindaci perplessi

Altran, Fontanot e Marchesan chiedono all’Ass spiegazioni sulla sperimentazione

I sindaci della “Città comune”, con in testa quello di Monfalcone Silvia Altran, chiedono spiegazioni sulla attuazione della cosiddetta “week surgery”, la concentrazione cioè degli interventi operatori tra il lunedì e il venerdì, con sospensione durante i weekend, allo studio nell’Ass Isontina per l’ospedale monfalconese di San Polo, che coinvolgerebbe i reparti di Chirurgia, Ginecologia, Ortopedia e Otorinolaringoiatria.

Più che una perplessità sembra una vera e propria levata di scudi preventiva.

«Mi sconcerta non poco l’intenzione che sembra emergere dai procedimenti avviati dal direttore generale dell’Azienda sanitaria Isontina - afferma il sindaco di Monfalcone Silvia Altran che si fa portavoce dei colleghi di Ronchi dei Legionari e Staranzano, Fontanot Marchesan -, ovvero quella di fare del San Polo “zona di sperimentazione” per nuove tipologie di gestione.

«La domanda - continua - cui vorrei si desse risposta è la seguente: si tratta davvero di una vera sperimentazione mai avvenuta prima? E se sì, su quali basi è stato scelto proprio l’ospedale di Monfalcone per attuarla».

Il sindaco di Monfalcone, insomma, intende vederci chiaro a fronte dell’annuncio della direzione dell’Azienda per i servizi sanitari di voler sospendere l’attività dell’area Chirurgica nel corso dei weekend.

«Condividono le mie perplessità - continua il sindaco Altran - anche i colleghi di Ronchi dei Legionari e Staranzano. Infatti, se non si tratta di un esperimento, e ci sono già risultati positivi di una simile decisione, allora ne prendiamo atto – precisa Altran -. Ma se tali risultati non ci sono e si tratta davvero di un esperimento, vorremmo che ci venisse comunicato su quali basi è stata scelta proprio Monfalcone come “campo di prova”. Non intendiamo entrare ovviamente nelle politiche gestionali dell’Azienda sanitaria Isontina, in quanto non è il nostro ruolo, ma vogliamo essere certi che ai cittadini di Monfalcone e del mandamento venga garantita l’assistenza di emergenza con un servizio adeguato, tempestivo e sicuro: questo sì rientra nella nostra sfera di competenze ed è quindi il nostro preciso compito».

I sindaci dei tre Comuni ritengono inoltre che «avrebbe avuto più senso, per avere una migliore valutazione del risultato finale, estendere tale sperimentazione all’intera Azienda sanitaria Isontina, e quindi a entrambi gli ospedali della provincia di Gorizia, per poi fare le dovute valutazioni. Ma questo non è stato fatto - concludono i primi cittadini -, ci si è concentrati soltanto su Monfalcone, e vogliamo capire perché».

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