ZITTI PER FAVORE: DESTRA E SINISTRA
Io caldamente li invito a starsene tutti zitti in questo momento. Zitti zitti come lo sono stati in questi lunghi anni in cui governi di sinistra e di destra - con molta più rozzezza questi ultimi - in nome dei consensi, dei voti da raccattare, dei baronati influenti, delle superiori esigenze di bilancio o peggio di una supponente superficialità culturale, hanno consentito che la scuola italiana si accartocciasse su di sé. In attesa di dirvi chi è che deve starsene zitto, vi segnalo che in questo lungo intervallo la scuola è andata avanti grazie a quei presidi, a quei professori, a quegli insegnanti, che indipendentemente dal salario che riscuotono, dai riconoscimenti che trovano, dalle aspettative che nutrono e dalle visioni politico-ideali che professano hanno della scuola italiana una visione alta e hanno contribuito negli anni a mantenere elevato il livello di impegno, le energie profuse, il senso di una missione formativa che si proietta nel futuro.
Quanti sono? Circa un terzo di coloro a cui quotidianamente affidiamo i nostri figli. Poi c'è un altro terzo che traccheggia e infine un altro terzo ancora che fa poco o non fa una ”banana”. Non sono percentuali impietose, è il solito 8 settembre del 1943 che tende a ripetersi all'infinito. È sorprendente piuttosto come in queste condizioni il sistema scolastico sia stato ancora in grado di produrre studenti, ricercatori, professori, tecnici, laureati di elevata qualità. Così elevata da essere apprezzata all'estero.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, non della scuola o dei tagli (pesanti) della Gelmini, ma della speculazione politica che su di essa è partita e quindi di coloro che come vi ho annunciato - per pudore, equilibrio, fredda disamina delle cose, valutazione di ciò che la loro parte ha fatto o non ha fatto - dovrebbero starsene zitti. Se ne stiano quindi zitti quelli di An e Forza Italia alias Pdl, restino silenti i ritrovati rappresentati dei Verdi o di Rifondazione Comunista, non aprano bocca gli esponenti del Pd: nessuno ha strepitato quando il governo Prodi e poi il governo Berlusconi e nuovamente Prodi e ora ancora Berlusconi non hanno saputo mettere una lira in più per la scuola italiana dopo aver blaterato e stra-promesso in campagna elettorale.
Zitti perché - e ne ho le prove provate - si sono guardati bene dall'alzare la voce contro i cosiddetti diritti acquisiti, contro la resistenza pervicace a introdurre un benché minimo incentivo al riconoscimento e alla valutazione del merito e della qualità nel mondo scolastico o contro il fantastico proliferare delle facoltà e delle cattedre. Destra e sinistra uguali sono in questo. Zitti infine perché parlando mostrano di possedere una memoria storica labile, così labile da dimenticare come stato, partiti e istituzioni per codardia, tatticismo, delirio ideologico, povertà culturale, cinico calcolo lasciarono che un pezzo significativo della gioventù italiana fosse regalato all'estremismo politico fra il 1968 e il 1977.
O è questo che desiderano l'opposizione e la maggioranza guidata dall'attuale presidente del Consiglio che classicamente annuncia e poi smentisce l'intervento della polizia nelle scuole? Vogliono usare i ragazzi per darsi la 'spallata' finale? Io avevo l'età giusta fra il 68 e il 77 e ricordo, sono perfettamente in grado di testimoniare. Anche allora c'erano quelli che 'parlavano sbagliato' e non avevano la scusa dei nostri diciassette anni di allora. Quindi se ne stiano tutti zitti e lascino fare ai suddetti presidi e insegnanti e ai ragazzi, a quelli cioè che nel bene e nel male 'si sbattono' quotidianamente nelle aule delle nostre scuole: troveranno loro una soluzione, una parziale risposta, un modo silenzioso, di archiviare e metabolizzare i tagli della signora Gelmini. Questa società ha da lungo tempo smarrito i padri, i portatori di un 'progetto'. E questa politica - di destra e di sinistra - sulla scuola non ha alibi. Quindi taccia. O perlomeno taccia fino a quando non avrà ripensato ad un progetto sostenibile, a un destino, a una funzione per questa benedetta scuola italiana. Il resto sono chiacchiere, 'chiacchiere e distintivo' come diceva il nostro Robert De Niro.
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