A Palazzo Attems si va a tavola con Balla e i sogni futuristi

di CRISTINA FERESIN La poliedrica personalità di Giacomo Balla in mostra ai Musei Provinciali di Gorizia con un allestimento d’interni insolito, ma di grande impatto visivo, che mette in evidenza...
Di Cristina Feresin

di CRISTINA FERESIN

La poliedrica personalità di Giacomo Balla in mostra ai Musei Provinciali di Gorizia con un allestimento d’interni insolito, ma di grande impatto visivo, che mette in evidenza cosa intendeva l’artista per approccio integrato, privo di discriminazioni tra arti minori e maggiori, secondo il quale la rivoluzione doveva partire dalla persona e dallo spazio che abitava.

Oggi alle 18, in occasione dell’International Museum Day dell’Icom, International Council of Museum, a Palazzo Attems Petzenstein, viene presentato il progetto “A tavola con Balla. La sala da pranzo di Giacomo Balla a Palazzo Attems Petzenstein”, un allestimento inserito all’interno della Pinacoteca dei Musei Provinciali, che consiste nell’esposizione di una sala da pranzo disegnata e realizzata dallo stesso Giacomo Balla per la sua abitazione. Relatrice per questo appuntamento è Maria Paola Maino, direttrice degli Archivi delle Arti Applicate Italiane del XX secolo, che contestualizzerà i mobili e gli oggetti esposti nell’ambito della produzione di arte applicata del movimento futurista italiano.

Mobili modernissimi, realizzati nel 1918, dalle forme rivoluzionarie e dai colori rutilanti, risplendenti, sono rappresentativi sia dell’eclettismo dell’artista, che progettava ed eseguiva con uguale perizia, sia del disegno di attuare una ricostruzione futurista dell’universo quotidiano. Abbattuto ogni concetto passatista di gerarchia tra le arti, il terreno da colonizzare era enormemente vasto: dalla persona agli spazi domestici, dai luoghi di intrattenimento allo spazio urbano. «Per lo spirito vitalistico, dinamico, rivoluzionario, antitradizionalista del movimento era, infatti, impensabile perseguire il rinnovamento della società italiana e il superamento delle vecchie ideologie continuando a vivere in ambienti ancora concepiti e arredati secondo mode, canoni e necessità appartenenti al passato», sottolinea Carla Cerutti negli ampi studi che ha dedicato all’artista e alla moda futurista intesa nel senso più ampio del termine.

Autore con Depero del manifesto “La ricostruzione futurista dell’universo” nel 1915, sempre innovativo, anticipatore e geniale, Balla si propose di ricostruire anche l’universo domestico, rendendolo più colorato e sorprendente, proiettato verso il futuro. Per prima cosa intervenne sulla propria abitazione a Roma, in via Nicolò Porpora. Poi, dal 1929, in via Oslavia, facendone un laboratorio di sperimentazione futurista, insieme alle figlie Luce ed Elica. I mobili, tavolo e sedie dalle forme inedite, una coloratissima credenza dagli accostamenti arditi, uno splendido tappeto provenienti da Casa Balla, sono esposti accanto a tre dipinti sempre dell’artista, un bozzetto ad olio intitolato “Pessimismo Ottimismo n. 4”, datato 1923 appartenente a quella ricerca degli anni Venti intitolata da Balla proprio “Pessimismo e ottimismo”, il " Bozzetto per Dimostrazione XX settembre" e "Bandiere in movimento", già in mostra a Borgo Castello. Nella stessa sala si sono anche opere dei futuristi giuliani Pocarini e Cossar di proprietà della Pinacoteca dei Musei Provinciali. Gli arredi sono stati presentati solo raramente e in sedi di grande prestigio: Palazzo Reale a Milano, il Musee d’Orsay a Parigi e il Palazzo delle Esposizioni di Roma. La mostra è organizzata dai Musei Provinciali di Gorizia in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste, e il progetto di allestimento è stato curato da Sergio Pratali Maffei e Giuseppina Scavuzzo.

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