Al ShorTS Festival il Sud racconta l’arte della felicità

C’è un Sud pieno di voglia di rinascere, di tornare a contare, di affermare che, anche lì, “si può”: è quello che si affaccia stasera sullo schermo dell’International ShorTS Film Festival di Trieste che, dopo l’affollata inaugurazione di ieri sera, prosegue il concorso delle opere prime con due titoli che ci raccontano un meridione inedito, lontano dagli stereotipi: “L’arte della felicità” di Alessandro Rak (al Teatro Miela alle ore 20.45), un piccolo gioiello di animazione per adulti tutto “made in Napoli”, e “Il Sud è niente” di Fabio Mollo (alle 22.15), già applaudito al Toronto Film Festival e al Festival di Berlino.
“L’arte della felicità” racconta di Sergio, un tassista quarantenne che gira per una Napoli uggiosa e degradata: ha abbandonato la sua passione per la musica e soffre per la perdita del fratello Alfredo che, malato, ha scelto di andare a morire in Tibet trovando un’estrema forma di serenità. La vita di Sergio sembra essersi incastrata in un limbo di nostalgia: l’abitacolo del taxi diventa per lui una sorta di universo privato nel quale entrano ed escono i clienti con le loro storie, e dal quale, forse, potrà ripartire per una nuova esistenza. “L’arte della felicità” nasce da una piccola factory indipendente napoletana, MAD Entertainment. Dopo il passaggio alla Settimana della Critica alla scorsa Mostra di Venezia è diventato un piccolo caso culturale: molti intellettuali, tra i quali Roberto Saviano, hanno lanciato appelli affinché il film non scomparisse dopo pochi giorni dalle sale. «Quando abbiamo cominciato a progettare il film non avevamo ancora uno studio di animazione», racconta il regista Alessandro Rak, già esperto illustratore e fumettista. «Abbiamo messo su un piccolo laboratorio in cui sperimentare con vari software di animazione a basso costo. Il film è stato realizzato da dieci persone in 18 mesi, quando normalmente ci vorrebbero 500 persone per tre anni». Il risultato, visivo e narrativo, è di grande poesia. «Abbiamo scelto un approccio più realistico, nonostante sia complesso realizzare personaggi umani con l’animazione». Dopo molti premi e innumerevoli festival, “L’arte della felicità” è diventato la prova che, con coraggio imprenditoriale e vero talento artistico, anche al Sud si può fare cinema: «Però non senza sacrifici e motivazioni. Abbiamo preso questo film come un’avventura, in cui nessuno si aspettava la pagnotta assicurata. Di certo abbiamo sfondato un muro di relazione con la realtà del cinema».
Altrettanto significativo della voglia di rinascita che ribolle nel Meridione è il film di Fabio Mollo, dal titolo volutamente provocatorio “Il Sud è niente”. Mollo ambienta il film nella sua Reggio Calabria e regala al pubblico uno dei più bei personaggi adolescenti incontrati da anni nel cinema italiano: quello di Grazia (la bravissima esordiente Miriam Karlkvist), diciottenne introversa e dall’aspetto mascolino, segnata indelebilmente dalla misteriosa scomparsa del fratello, del quale il padre (Vinicio Marchioni) si rifiuta di parlare. Un giorno Grazia si convince di aver visto in città il fratello e decide, appunto, di cambiare, rompendo il muro di omertà che la avvolge.
Oggi proseguono anche l’omaggio a Francesca Neri con “Il dolce rumore della vita” di Giuseppe Bertolucci (alle 19 al Teatro Miela) e il concorso dei cortometraggi, in Piazza Verdi dalle 21.30.
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