Al Verdi il Viaggio d’inverno di Schubert

"Straniero sono arrivato, straniero riparto" è l'esordio del ciclo di Lieder Winterreise (Viaggio d'inverno), capolavoro di Franz Schubert, emblema del Viandante esistenziale, del suo cammino in un paesaggio dell'anima che parla di estraneità, sconforto e solitudine, sublimati in modello romantico dal testo, in apici di pura bellezza e trascendente profondità nella musica. Il ciclo, datato 1827, è la preziosa scelta musicale con la quale la Società dei Concerti consegnerà agli annali il proprio 1400° concerto, in programma domani alle 20.30 al Teatro Verdi di Trieste. L'occasione è degna di un evento di rilievo nazionale: a interpretare i 24 Lieder saranno infatti il baritono Matthias Goerne, attualmente il più quotato interprete del repertorio liederistico schubertiano, e il pianista Alexander Schmalcz. L'importanza della serata è sottolineata anche da alcuni eventi di approfondimento, tra i quali l'ultimo alla vigilia del concerto, oggi alle 18.00, quando il Ridotto del Verdi ospiterà lo storico della musica e giornalista Sandro Cappelletto in un contrappunto di musica e parole, a tema schubertiano, con il pianista Simone Soldati.
Goerne è ospite regolare dei maggiori festival e teatri a livello mondiale (Festival di Salisburgo, ROH, Wiener Staatsoper, Metropolitan...), è stato più volte nominato ai Grammy e premiato con prestigiosi riconoscimenti per meriti artistici. Il suo ricco calendario concertistico lo ha portato soltanto nelle ultime due settimane a Tokyo, Lipsia, Amsterdam e Lisbona.
Dalla musica da camera alla letteratura sinfonica e operistica, il suo repertorio è dedicato in prevalenza ai compositori di lingua tedesca (il suo nuovo cd testimonia il debutto nell'Oro del Reno di Wagner). Per la versatilità, Goerne attribuisce un grande merito al suo primo insegnante, Hans-Joachim Beyer.
«Con lui - risponde Goerne - ho acquisito una tecnica che mi permette di cantare dalle cose più leggere a Wotan. La base del mio successo l'ha creata lui. Non si deve perdere tempo all'inizio dello studio, perché ogni cantante ha fisiologicamente un tempo limitato per esprimersi al meglio delle proprie possibilità».
Lei sta certamente vivendo questo momento particolarmente felice della sua carriera ed è attualmente un artista di riferimento, in particolar modo nella liederistica. In questo ambito il Winterreise è un cult, quanto lo sono le interpretazioni di grandi artisti del passato, diventate in alcuni casi impegnativi termini di paragone, come nel caso di Dietrich Fischer-Dieskau. Quale è stata nel suo caso la chiave per dare un'impronta interpretativa marcante e unica?
«L'interpretazione è certamente un fatto individuale, ma considerandola in senso stretto si può incorrere in equivoci. Penso infatti che il significato risieda nelle parole stesse, che conducono ogni interprete in una direzione precisa. L'interpretazione è racchiusa quasi interamente nella partitura. Esistono certamente sensibilità differenti, ma il cantante ha secondo me l'obbligo di restare fedele e non di riscrivere quanto la genialità di Müller e Schubert ha già definito. Racconto la storia di un uomo che nella sua desolazione parla del del proprio passato e del desiderio di pace. È una storia senza tempo, profondamente umana, su noi stessi e sulle nostre emozioni. Per questo non riuscirei a ricondurla semplicemente a un motivo romantico. Rappresenta i molti dubbi che ognuno deve affrontare nel proprio percorso esistenziale. Non è necessario aggiungere nulla».
È convinzione comune che nella liederistica la recitazione del testo, ovvero l'espressività dell'esecuzione sia più importante della bellezza o del volume del suono.
«Non considero la musica da camera o operistica come categorie differenti: anzi, credo che le sfumature dinamiche e quindi espressive necessarie all'intimismo della liederistica dovrebbero essere considerate maggiormente anche nell'opera, dove troppo spesso si privilegia il volume del suono. Sono inoltre convinto che la bellezza della voce sia importante in generale. Anche una voce espressiva ha bisogno di essere bella per essere ascoltata con piacere».
Ha pubblicato un cofanetto di undici cd, interamente dedicato all'universo dei Lieder schubertiani. Questo compositore ha un posto speciale nella sua storia musicale.
«Ogni interprete di liederistica deve affrontare Schubert, che è al centro del Lied romantico ed è per me il più importante e uno dei maggiori compositori in generale. Ho la fortuna di poter fare molti recital con questo repertorio e in questo senso mi sento privilegiato, perchè è sempre una grande sfida artistica».
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