Anche Montecitorio è diventato social e twitta con i cittadini

A State of the Net ospite Anna Masera dell’ufficio stampa della Camera: «Lottiamo contro la burocrazia e i troll»
Di Giovanni Tomasin
Foto Bruni 13.06.14 State of Net:Anna Masera
Foto Bruni 13.06.14 State of Net:Anna Masera

TRIESTE. Le istituzioni si aprono al Web. Stavolta sul serio. Tra i tanti ospiti eccellenti della giornata culmine di State of the Net 2014, la capo ufficio stampa della Camera dei deputati Anna Masera ha aperto uno spiraglio di riflessione tra i più interessanti, affrontando la questione tra potere e social media. La giornalista è approdata a Montecitorio da pochi mesi, e si è messa subito al lavoro per “socializzare” l’istituzione.

Masera, finora le istituzioni in Rete sono state monolitiche, poco penetrabili. Come stanno cambiando le cose?

«La mia esperienza è brevissima perché è iniziata da sei mesi. Però l'idea è rendere accessibile il linguaggio della comunicazione digitale istituzionale. Le istituzioni erano solite esprimersi in modo burocratico, perché non erano abituate né tenute a comunicare in maniera semplice per un pubblico ampio. Puntavano piuttosto ai lettori competenti in materia legislativa. Il nostro ruolo è rendere comprensibile ciò che non lo è senza alterarne il contenuto. Bisogna stare molto attenti a non sbilanciare e reinterpretare».

Un esempio?

«Il decreto soprannominato "Salva Roma". A seconda della parte politica era il "Salva Roma" o "Affossa Roma". Ora, dal punto di vista del legislatore quella legge è identificata da un numero e quella resta la denominazione ufficiale. Ma se, quando ne scriviamo, non mettiamo anche il tag "Salva Roma", nessuno riesce poi a trovarla attraverso i motori di ricerca. Stesso concetto per l'uso dell'hashtag su Twitter. Sul "Salva Roma" ci fu un gran dibattito, e in quel caso utilizzammo anche le tag "colloquiali"».

Come gestite l'account twitter @montecitorio?

«Abbiamo una social media policy molto chiara. Serviva una linea editoriale definita per quanto riguarda la moderazione dei commenti: non vogliamo essere tacciati di censura ma al contempo dobbiamo poter gestire e in caso bloccare i commentatori troppo scorretti e i troll. Per fortuna l'atteggiamento verso l'istituzione non è aggressivo come lo è verso i politici. Il problema semmai si presenta su Youtube, dove compaiono le persone e quindi i commenti possono essere offensivi: a volte dobbiamo intervenire. In ogni caso secondo me è solo l'inizio dell'apertura delle istituzioni alla Rete».

Gli utenti vi capiscono. I politici fanno altrettanto?

«Ci sono quelli digitali, quelli meno, quelli di diverse parti politiche. Ognuno ha la sua agenda e chi non è interessato al digitale pensa magari che sia uno spreco farci degli investimenti in quel settore. Al contempo quelli che si interessano al settore ci appoggiano e ci danno una mano. Alla fin fine spetta a loro mettersi d'accordo: la maggioranza pare aver deciso di andare avanti nella direzione digitale e ciò mi pare un buon segno».

Ha costruito un social team per la Camera.

«Sì. Quando sono arrivata c'era un ottimo ufficio stampa ma non c'erano persone che sapessero muoversi sui social, destreggiarsi fra grafica e video. Sono contenta di aver ottenuto un piccolo budget per creare una squadra di giovani esperti. Tutti contratti a tempo determinato che spero vengano rinnovati: fanno un lavoro eccellente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo