Brigitte e Settimo con musiche “D’altri luoghi”

Sabato alle 18 in piazza Sant’Antonio, nell’ambito del Bioest, il duo triestino formato da Irene Brigitte (voce e chitarra acustica) e Giovanni Settimo (chitarra classica e acustica, cori) presenta in anteprima l’ep d’esordio «D’altri luoghi», lavoro registrato dal vivo nell’agosto 2013 al Woodhouse Studio di Cividale, mixato e masterizzato da Fabio Zinchelli al Palo Alto Studio di Trieste, con la grafica di Federico Conti Picamus. Nell’ep si trovano le interpretazioni di «Vecchio frac» di Modugno e della focosa «Paloma negra» di Tomás Méndez Sosa, «Ce que je suis» di Armelle Pioline-Dominique Dépret, «Dança da solidão» di Paulinho da Viola ma anche inediti firmati da Irene Brigitte come «Fondali» e «Riflessi».
Il percorso musicale di Irene Brigitte (classe 1989) è caratterizzato da un certo gusto per l’esplorazione. Inizia a presentarsi come cantante con il progetto alternative rock Watashiwa Cactus, si avvicina in seguito al canto corale: nel 2010 entra a far parte del Coro della Cappella Civica diretto dal maestro Sofianopulo e accompagna il cantautore Adriano Doronzo sia alla voce sia con curiosi strumenti. Con quest’ultimo registra il disco “La rosa di Rudolf” (2011, Storie di note). In duo con Giovanni Settimo spazia dall’èntechni musikì alla bossanova. Nel 2012 il teatro si unisce al canto nella performance “Quinta giornata del Decamerone” diretta da María Sánchez Puyade e presentata al Museo Revoltella, a TriesteNext e alla Stazione immaginaria di Topolò.
Settimo (classe 1985) si accosta allo studio della chitarra classica a 11 anni e si diploma al conservatorio Tartini di Trieste sotto la guida di Ennio Guerrato, perfezionandosi in corsi con Lonardi, Creedon, Matlik e Bogdanovic. Svolge attività concertistica e suona anche nel gruppo di musica irlandese Wooden Legs. Insegna chitarra all’accademia “Ars nova” di BalconyTv Trieste.
«Diverse le provenienze musicali, eppure qualcosa tra noi si accende», spiega il duo. «È quello che abbiamo provato anche ascoltando un brano francese che è l’incipit del nostro progetto musicale ma anche dell’ep intitolato “D’altri luoghi”, in uscita a giugno. Seguendo le reciproche affinità, negli anni ha preso forma un repertorio vario sia per genere che per lingua: nei nostri concerti il sentimento della saudade si accompagna alla tensione delle melodie greche, i brani classici si integrano con le canzoni popolari dall’America Latina. Trova spazio anche il dialetto triestino, quello di Virgilio Giotti, di cui abbiamo musicato alcune poesie».
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