Caine e Douglas, note nuove col botto a Udine

Il pianista e il trombettista domani al Teatro San Giorgio: «Ci siamo incontrati per la prima volta a New York nel 1985»
Di Alex Pessotto

Vuole essere un’apertura col botto quella di Note Nuove 9: domani, alle 20.45, al Teatro San Giorgio di Udine protagonisti del concerto inaugurale saranno il pianista Uri Caine e il trombettista Dave Douglas.

Non è, la loro, una collaborazione inedita. «Ho incontrato per la prima volta Dave a New York nel 1985 e abbiamo suonato assieme in alcune jam session in città - racconta Uri Caine -. Abbiamo entrambi fatto parte del gruppo di Don Byron, per parecchio tempo, nei primi anni Novanta, e così ci siamo conosciuti meglio. Lui mi ha chiamato per suonare nel suo Sestetto e nel suo Quintetto ed ha collaborato alle mie prime incisioni discografiche: "Toys" e "Urlicht". Poi, abbiamo suonato assieme parecchie volte e lo considero un vecchio amico e un grande musicista».

L’ultimo tassello di questa collaborazione è “Present Joys”, album uscito nel 2014 e che sarà al centro del concerto friulano. «Suoneremo un po' di musica dal nostro cd, alcune canzoni della tradizione gospel "Shape Note" e qualche composizione originale».

Non tutto, però, va definito in ogni dettaglio: in certi casi l’improvvisazione gioca sempre un ruolo fondamentale. Ma che senso può avere, allora, registrare un Cd quando all’improvvisazione si dà molto spazio? «In ciò che suoniamo esiste una struttura musicale nella quale trova spazio la libertà dell'improvvisazione - afferma il pianista -. Quando registriamo un cd, eseguiamo diverse versioni di un brano e poi scegliamo quella che ci sembra la migliore».

Alto è l’interesse del pubblico italiano per la musica di Mr. Caine. «Sono molto fortunato ad essere stato accolto dal pubblico italiano e di aver avuto l'opportunità di suonare in progetti e concerti di generi diversi. Amo le musica tradizionale italiana, il cibo, il vino, l'ospitalità e il fatto di aver potuto conoscere molti grandi musicisti ed amici. Ho suonato con parecchi musicisti italiani. Amo suonare con Paolo Fresu. Mi è piaciuto anche lavorare con l'attore Marco Paolini, nel mio album "The Othello Syndrome", e con il violoncellista Mario Brunello con il quale ero in tour lo scorso anno, suonando Bach e musica composta da me».

E anche lo scorso anno Uri Caine era in Friuli Venezia Giulia. Un particolare: prima di un concerto a Monfalcone, aprile 2015, in un’intervista concessa al Piccolo il pianista statunitense ci aveva tra l’altro detto di aver appena ascoltato Pierre Boulez. Nemmeno due mesi fa, il grande compositore e direttore d’orchestra è scomparso. Impossibile non chiedere a Uri Caine di ricordarlo: «Ho ascoltato per la prima volta Le Marteau sans Maître alle superiori e mi ha colpito la complessità della musica, così delicata e bella allo stesso tempo: il suono del flauto contralto, della chitarra, della viola e delle percussioni (vibrafono, maracas...) era inebriante. Era un musicista preciso, senza compromessi, che era anche un fantastico direttore d'orchestra ed io ho tratto ispirazione dalla forza delle sue convinzioni».

C’è da credere, peraltro, che Uri Caine venga solleticato da un sacco di grandi della musica. Con lui, infatti, per la vastità dei suoi interessi dimostrati nei concerti e nelle incisioni, siamo in presenza di uno dei pochi, che, oggi, possono venir definiti musicisti totali.

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