Cargnelutti, scultore di Tolmezzo dentro gli orrori di Buchenwald
GEMONA. Febbraio "mese della memoria" al Cinema Sociale di Gemona. La Cineteca del Friuli, che gestisce la sala, dopo “The Eichmann Show” ritorna sul tema della Shoah con altri tre film: “Il labirinto del silenzio”, “Il figlio di Saul” e “Remember. E con la presentazione, domani alle 17.30, del libro di Raffaella Cargnelutti “Alla gentilezza di chi la raccoglie. Dall’inferno di Buchenwald una storia vera”, Andrea Moro Editore. L’autrice sarà al Sociale assieme a Marco Balestra, presidente dell'Associazione Nazionale Ex Deportati di Udine.
La storia è quella di Giulio Cargnelutti (1912-2007), il padre di Raffaella, che nel luglio del 1944 fu caricato dai tedeschi su un treno e deportato a Buchenwald. Arrivato all'altezza della stazione Carnia, lo scultore tolmezzino lanciò dal vagone una lettera che sulla busta riportava la dicitura “Alla gentilezza di chi la raccoglie”: un appello alle donne che lungo i binari raccoglievano le missive e le recapitavano ai famigliari dei deportati per rassicurarli. Anche in seguito, durante i nove mesi di prigionia, Cargnelutti riuscì a far arrivare in maniera fortunosa notizie di sé alla famiglia e disegnò un diario per immagini della terribile esperienza che stava vivendo. Oltre che delle vicende personali, il libro dà conto degli ultimi tragici mesi di guerra in Friuli.
La presentazione precede la proiezione di “Il labirinto del silenzio” del regista e attore italo-tedesco Giulio Ricciarelli, in programma al Sociale fino al 9 febbraio. Seguendo le tenaci indagini del giovane magistrato Johann Radmann, il film rievoca la fase di graduale scoperta da parte della Germania, alla fine degli anni '50, degli orrori dei lager nazisti.
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