C’è poco cibo però non manca l’ospitalità degli abitanti

Da “Istria. Il golfo del Quarnero e le sue isole” di Carlo Yriarte pubblichiamo un brano del primo capitolo, per gentile concessione della Biblioteca dell’Immagine.
di CARLO YRIARTE
Le strade esistono fra i grandi centri, ma lì soltanto. I mezzo di locomozione mancano affatto; c’è bene un servizio di posta, che attraversa il paese, ma, oltre al non partire tutti i giorni, la vettura non ha che due posti, ed è un mezzo lento, a causa delle località da servire. Abboccandovi cogli abitanti, trovate quasi dappertutto dei vetturini, che vi portano da un luogo a un altro, ovvero potete viaggiare sui muli.
Rispetto all’alloggio e al vitto, i grandi centri hanno degli alberghi, e si può mangiar convenientemente. Se vi dirigete verso il nord, non trovate altro modo d’alloggiare fuori dell’ospitalità degli abitanti, né potete sperare altro cibo, oltre quello portato con voi. Se visitate la campagna, bisogna assolutamente che vi provvediate d’ una guida, presa alla costa, e che parlando lo slavo e l’italiano, vi può render più facile la vita. Non mai, nella sua capanna, uno Slavo accetterà la ricompensa del servigio prestato; egli è taciturno, un po’ diffidente e timoroso, ma ospitalissimo. Le strade sono più che sicure; il maresciallo Marmont, al tempo della dominazione francese, atterrì i malfattori, che trasformavano il nord dell’Istria in una spelonca. Da allora, l’amministrazione austriaca, proba, saggia, energica rispetto alla polizia, provvede alla sicurezza dei viaggiatori con un servizio di gendarmeria, fatto con gran coscienza.
Se alcuno fosse tentato di intraprendere l’escursione che sto per raccontare, dovrebbe munirsi d’un bagaglio ridotto così, da poterlo attaccare sotto la paletta della sella, o come portamantello, perché, in certi luoghi, le strade mancano; vi bisogna attraversare un torrente dalle rive scoscese, e dove non possono discendere le vetture: come per esempio, nel tragitto da Pola ad Albona.
Nelle isole potete andar bravamente a picchiare alla casa del curato del luogo che deve esser povero, ma che accoglierà con lieta ciera il viaggiatore. La pietanza sarà magra, senza dubbio, poiché la vita è assolutamente negativa; ma troverete dell’uva secca, delle olive, del pane, del vino, ben di rado un po’ di porco salato.
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