Come su una tavolozza in una strana salumeria
Provate ad immaginare la tavolozza di un pittore. Bene. Poi lavorate di fantasia e al posto dei colori immaginate che ci siano dei pezzetti di formaggio. Roba da menti malate? Macchè, quotidianità assoluta in questo “Per”, che ufficialmente è un acronimo che sta per “Percorsi enogastronomici di ricerca”, ma in realtà è l’inizio del cognome Perenzin. Come dire una delle aziende casearie più quotate dell’area di Conegliano. Il posto, sulla trafficatissima statale che dal capoluogo vi porta verso i colli e, più avanti, verso l’area del Prosecco, si autodefinisce come “cheese bar”, bar del formaggio, neologismo e struttura che ci mancavano.
L’inizio vi spiazza. Parcheggiate nello spiazzo antistante una piccola palazzina, entrate e vi trovate... in una salumeria. Ma la merce esposta, il livello medio e la preparazione dei commessi vi fa subito capire che non è un posto qualunque. Grandissima qualità, prodotti di nicchia e di prestigio, delle vere chicche per i gourmet.
“Per” è come una cipolla, lo scoprite a strati. Dopo la bottega arriva il bar, con tavolini alti e sedie in proporzione, più in là c’è il ristorantino vero e proprio, dove abbinare ai comunque imperdibili “taglieri”, piatti fatti e finiti. La degustazione, in questo caso, riguarda prevalentemente salumi e formaggi, ma ciò non toglie la possibilità di confrontarsi con squisiti risotti (usano l’Acquarello, in vendita anche nel limitrofo shop) , straordinarie zuppe (da standing ovation quella di cipolla con orzo e farro, abbinata a un crostino col Puzzone di Moena...) gustosi piatti di carne, pietanze e accostamenti sorprendenti. Senza dimenticare la possibilità di abbinamento con vini del territorio di tutto riguardo e persino con birre come la “64” (cui viene dedicata un’intera parete), una delle glorie locali.
Ma torniamo ai formaggi. Per gli appassionati senza problemi di colesterolo, un invito a nozze. Altamente consigliabile, in tal senso, proprio il tagliere con 12 assaggi. Sfiziosa e simbolica la presentazione. Il piatto di legno, che ha già di per sè la forma di un orologio, alla fine lo diventa proprio! Solo che nell’ipotetico quadrante, al posto delle 12 ore ci sono 12 assaggini di altrettanti formaggi, in un crescendo di gusti e di stagionatura da applausi, che dalla Robiola di capra fresca vi porta, in un’esplosione di sapori, fino ai formaggi “ubriachi”, alla Glera o al Marzemino, e quelli più “vecchi”. Un’offerta che da sola vale il viaggio. Unita a un posto dove la professionalità la fa da padrona, e non rischiate mai di avere l’ugola secca, vista l’ampia dotazione della cantina.
Anche col prezzo, infine, si va sul sicuro. Un tagliere grande, pieno di prelibatezze, vi costa in fondo non più di 15 euro, sfrucugliando nel menù, che cambia spesso, si rimane comunque entro i 30.
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