Con Carmina Balcanica un viaggio in musica sulle acque dell’Europa

UDINE. I corsi d’acqua macedoni e le fonti albanesi, i laghi carsici e i fiumi bosniaci. E poi il mare, fonte di vita, a lungo immaginato e sognato, ma anche il deserto, assenza d’acqua e potente metafora della morte. Questi alcuni frammenti del viaggio attraverso l’Europa centro-orientale sulla scorta di parole e note - partendo dal Friuli Venezia Giulia e giungendo fino all’Albania - che sta al cuore dallo spettacolo - concerto “Carmina Balcanica”, già pronto per tornare sui palcoscenici della regione in un nuovo allestimento.
Il lavoro, che debuttò nel luglio 2015 al Mittelfest di Cividale (il Festival della cultura mitteleuropea, l’anno scorso dedicato al tema dell’acqua), andrà in scena il 12 febbraio all'auditorium di Talmassons e il 13 febbraio al Kulturni Dom di Gorizia. La presentazione del progetto alla stampa è stata ospitata ieri dall’Ente regionale teatrale del Friuli Venezia Giulia, nella sua sede udinese, con l’intervento di tutti i soggetti coinvolti nell’iniziativa.
Come recita il sottotitolo, “Aghe. Voda. Ujë”, è ancora l'acqua (qui nelle lingue friulana, serbo-croata e albanese) il filo conduttore di questo evento (prodotto da Mittelfest e Kulturni Dom di Gorizia), che punta a raccontare una parte importante del vecchio continente, sondandone l’identità variegata, la storia complessa, il patrimonio culturale multiforme. Nato da un'idea del maestro Valter Sivilotti, “Carmina Balcanica” è un lavoro che riunisce l'opera di scrittori e cantautori provenienti da diversi paesi - dal Friuli all'Albania, attraversando tutta la regione dei Balcani occidentali. Una “partitura” in versi musicata dallo stesso Sivilotti con composizioni originali e poi messa in scena da Monica Mosolo (voce recitante).
«Questo progetto – spiega Sivilotti – rappresenta il coronamento di molti anni d’intensa attività di ricerca culturale lungo il confine, e vede collaborare artisti di alto livello. Rispetto alla versione sinfonica del debutto, la novità di questo riallestimento è l’arrangiamento in stile progressive».
Sui palcoscenici di Talmassons e Gorizia saliranno Dorina Leka, Elsa Martin, Tatjana Mjhelj e Maya Sar, accompagnate dal Coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Cristiano Dell’Oste e dai musicisti Giuliano Poles, Geremy Serravalle, Nicola Tirelli e Valter Sivilotti (tastiere), Marco Bianchi (chitarra), Alessandro Turchet (basso) e Luca Carrara (batteria). In scena un caleidoscopio di suggestioni, una “rapsodia emozionante e variopinta”, che restituisce l’incanto delle diverse regioni attraversate, per mezzo del canto di alcuni cantautori che si alternano “a narrare della loro acqua”, in un disegno registico che mette al primo posto la voce e la musica. Renato Manzoni, direttore dell’Ert, ha ricordato che «una delle funzioni più importanti dell’ente è favorire la circuitazione dei progetti artistici di valore realizzati nella regione»”.
Il direttore artistico del Mittelfest, Franco Calabretto, ha sottolineato come “Aghe. Voda. Ujë” sia stato «l’evento che forse ha centrato, meglio di tutti, il tema 2015 del festival e, al contempo, l’identità stessa di Mittelfest, cioè quella di osservatorio speciale sulla Mitteleuropa».
Se per Fabrizio Pitton, consigliere comunale di Talmassons e presidente del Consiglio provinciale di Udine, «progetti come questi valorizzano il nostro territorio attraverso la cultura, contribuendo alla nostra crescita civile», Igor Komel, direttore del Kulturni Dom di Gorizia, ha ribadito «l’importanza di valorizzare le nostre diversità culturali e il ruolo importante degli operatori del settore».
A fianco di Ert, Associazione Mittelfest e Kulturni Dom di Gorizia, collaborano all’organizzazione dei due appuntamenti in programma l’Accademia Naonis di Pordenone, l'associazione Canzoni di Confine, con la Fondazione CRUP, il Comune di Talmassons, la Provincia di Udine e la Regione Friuli Venezia Giulia.
Per informazioni consultare il sito www.ertfvg.it
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