Con la caduta di tre governi il re si rivolse a Mussolini

Dalla Grande guerra l’Italia uscì con perdite altissime. Si calcola che solo i morti fossero più di 500 mila, senza contare i feriti e i soldati che tornarono a casa mutilati. Eppure, la fase forse più difficile per il nostro Paese si aprì dopo la fine di quel conflitto che il diplomatico americano George Kennan definì «catastrofe originaria del Ventesimo secolo».
Uno dei temi più spinosi, per l’Italia, fu senza dubbio la questione adriatica. Ed è proprio a questo tema che Marina Cattaruzza, triestina, professore ordinario di Storia contemporanea generale all’Historisches Institut dell’Università di Berna, che ha già pubblicato saggi importanti come “Socialismo adriatico”, “Nazionalismi di frontiera” e “L’Italia e il confine orientale: 1866-2006”, dedica il suo nuovo lavoro. “L’Italia e la questione adriatica” si intitola, infatti, il volume pubblicato dalla casa editrice il Mulino (pagg. 592, euro 35) che esce nella collana del Senato della Repubblica “Dibattiti storici in Parlamento”, con la prefazione del presidente del Senato Pietro Grasso.
Marina Cattaruzza affronta la questione adriatica da un punto di vista originale e interessantissimo. Ovvero, andando a scandagliare i dibattiti parlamentari che accompagnarono la difficile fase di transizione, per l’Italia e per l’Europa, tra il 1918 e il 1926. E non bisogna dimenticare che per problemi legati al nuovo assetto dell’Adriatico caddero i governi di Vittorio Emanuele Orlando (giugno 1919), di Francesco Saverio Nitti (giugno 1920), e di Giovanni Giolitti.
Le dimissioni di quest’ultimo inaugurarono una fase di instabilità politica che si concluse con l’incarico del re a Benito Mussolini di formare un nuovo governo.
Quattro sono i nodi tematici su cui si raticola il volume: l’abbandono della Conferenza della Pace di Parigi da parte della delegazione italiana come segno di protesta nei confronti delle posizioni del presidente americano Woodrow Wilson; l’impresa di Fiume di Gabriele D’Annunzio e l’atteggiamento delle élite politiche; le trattative prima nel “consiglio dei Quattro” a Parigi e poi tra Italia e Jugoslavia che sfociarono nel Trattato di Rapallo; la breve fase di distensione tra Italia e Jugoslavia nei primissimi anni del governo Mussolini.
alemezlo
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