Con Mack la laguna diventa mosaico di luce

VENEZIA. L'equilibrio tra la terra e il cielo è sempre stato per gli esseri umani un mistero straordinario. Secondo la cosmologia egiziana il cielo era una sorta di baldacchino tenuto sollevato da quattro alberi o montagne. In Cina si pensava che fosse sostenuto invece da otto colonne. Secondo la cosmologia maya era un dio, Bacabs, a reggere sulle sue spalle la volta celeste, mentre per gli Atzechi le divinità poste a sostegno del cielo erano quattro. Nella mitologia greca tale onere spettava ad Atlante che portava sul suo corpo le colonne che reggevano il cielo. Albero, colonna, corpo, comunque sia, ognuno di questi elementi nella cosmogonia umana rappresenta la possibilità di stabilire plasticamente uno speciale rapporto con il cosmo, una tensione verticale verso il mistero dell’universo.
Così l’artista tedesco Heinz Mack, fondatore del movimento ottico-cinetico Zero, ha pensato e realizzato la sua ultima istallazione “The sky over nine columns”: 9 colonne alte quasi otto metri rivestite interamente di mosaico dorato che si ergono verso il cielo sul sagrato della splendida Chiesa del Palladio nell’isola di San Giorgio.
«La colonna rappresenta l'uomo in piedi con dignità nello spazio - spiega Heinz Mack -. La colonna è l'elemento più antico della storia dell'architettura. Fin dalle origini quando singole pietre o alberi venivano piantati in un paesaggio aperto diventavano un punto di riferimento per gli esseri umani. La mia arte ha molti elementi in comune con l’arte antica, con l’arte monumentale, è arte per il pubblico non per il privato. Le mie nove colonne sorgono proprio davanti alle colonne del Palladio che sorreggono la magnifica cupola della sua chiesa. Le colonne del mio tempio sorreggono solo il cielo nella speranza che in futuro vengano creati monumenti capaci di preservare un nuovo tipo di spiritualità non necessariamente religiosa. Il fatto che quest’opera si trovi proprio a Venezia, città unica al mondo per arte e bellezza, ponte tra Oriente e Occidente, luogo pervaso da una profonda spiritualità, non è un caso».
Inizialmente l’opera doveva essere realizzata in bronzo, poi le difficoltà tecniche (il grande peso che avrebbe avuto la struttura e il rischio di ossidazione del metallo) hanno portato l’artista a progettare le nove strutture utilizzando il mosaico. Grazie ad un’azienda vicentina, che ha trasformato l’antica tradizione musiva con metodi modernissimi e computerizzati, è stato possibile fondere «a sandwich» fogli dorati in mezzo a due piani di vetro sigillandoli per evitarne la corrosione. Le superfici musive delle colonne, 850mila tessere, sono state fabbricate a Venezia e poi sono volate a Dubai dove una ditta specializzata le ha applicate su una struttura a base metallica relativamente leggera e infine ritrasportate a Venezia per la collocazione finale.
Le Nine Columns grazie a 45 piani riflettenti trasformano la luce della laguna con un gioco di infinite rifrazioni nella protagonista assoluta dell’opera d’arte. «Sono 60 anni che lavoro con la luce, – spiega Mack - le mie sculture sono come strumenti musicali di cui la luce diventa il suono. Senza luce il mio lavoro non significherebbe nulla. La luce è magia e mistero. Einstein diceva che per tutta la vita aveva cercato di spiegare cosa fosse la luce ma non aveva mai trovato la risposta».
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