Cosa ti combina Xavier a New York

In principio fu Truffaut. Era il 1959 quando il regista francese inaugurò con “I quattrocento colpi” il ciclo di film dedicato alle avventure di Antoine Doinel, accompagnato dai primi anni dell’adolescenza fino all’età adulta nei successivi “Baci rubati”, “Non drammatizziamo… è solo questione di corna” e “L’amore fugge”.
Poi c’è stato Richard Linklater, che dal 1995 ha osservato l’evolversi della relazione tra Ethan Hawk e Julie Delphie nella trilogia composta da “Prima dell’alba”, “Prima del tramonto” e “Prima di mezzanotte”.
Nel 2002 poi, ci ha provato Cédric Klapisch, che dopo “L’appartamento spagnolo” e “Bambole russe” torna ora in sala con le nuove avventure di Xavier Rousseau nel suo “Rompicapo a New York”. La somiglianza con Truffaut e Linklater finisce qua, nell’osservazione di un personaggio-chiave che Klapisch segue fin dai tempi del suo fresco esordio che faceva sperare in una carriera in crescita. Il suo è infatti uno stile “popolare” e divertente, che però fatica a evolvere. In questo terzo excursus, Xavier, ormai quarantenne, in seguito al divorzio affronta un nuovo inizio nella metropoli per eccellenza, dove si trasferisce per poter stare vicino ai figli che abitano con la madre. Qui dovrà adattarsi alle nuove abitudini di vita e al tempo stesso far fronte alle sue responsabilità. Di buono c’è che Klapisch coglie alcuni aspetti di una generazione senza certezze, dove la parola “mobilità” è all’ordine del giorno e le distanze si azzerano grazie a Skype.
Il problema però è che nessuna delle trovate di Klapisch è nuova. Come sedurre una donna Cécile De France già ce lo aveva spiegato, le follie burocratiche che ogni straniero affronta sbarcando in una nuova città pure, conosciamo anche i personaggi che sono sempre gli stessi. Nonostante le divertenti incursioni di Schopenauer e Hegel a impartire consigli allo scrittore, ciò che ha sorpreso la prima volta, fa sorridere la seconda ma annoia la terza. L’impressione è purtroppo quella di veder rimestare sempre la stessa minestra. (b.f.)
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