Diversità, giovani e la questione famiglia a “Cose mai viste”

Il Circolo Chaplin propone una rassegna cinematografica tra inediti e prime visioni. Si parte giovedì con “Pelo malo”
Una scena di "Pelo Malo"
Una scena di "Pelo Malo"

Una nuova rassegna cinematografica tra inediti e prime visioni in lingua originale. Si chiama “Cose mai viste (a Trieste)” ed è il ciclo a cura del Circolo cinematografico Charlie Chaplin programmato da febbraio ad aprile, sempre nelle serate del giovedì (alle 20.30), nella sede della Casa del popolo di via Massaccio 24 (a Sottolongera). Sono sei le pellicole che compongono il cartellone, tutte distribuite sotto l’egida del circuito indipendente Cineclub internazionale, di cui tre collocabili effettivamente sotto la voce “prima visione” e altrettanti reduci da anteprime in sede di festival o altre rassegne.

Nessun vero filo conduttore avvolge questa volta i film in programma. Regna piuttosto l’approccio al sociale, spaziando dai temi dell’identità a quelli del conflitto interiore, giungendo alle analisi delle problematiche genitoriali e delle “diversità”. Si parte giovedì 4 febbraio con la proiezione di “Pelo malo”, opera venezuelana del 2013 diretta da Marianna Bordon, autrice anche della sceneggiatura. “Pelo malo” narra del giovane Junior, interpretato da Samuel Lange, alle prese con lo strano ripudio dei suoi capelli crespi, retaggio genetico del padre rimasto ucciso. Il “pelo maledetto” di Junior diviene così pretesto di rifiuto e formula di ribellione, indicando sia una velata diversità sessuale che un forte appello di amore alla madre. Il secondo appuntamento è programmato giovedì 11 febbraio, regalando il film “Mateo”, produzione colombiana diretta da Maria Gamboa, premiata al Giffoni Film Festival con il Grifone di cristallo. Ancora un giovane al centro della scena, si tratta di Mateo appunto, 16 anni, alle prese con il degrado, lo sfruttamento e la criminalità in atto lungo il fiume Magdalena in Colombia. Mateo accetterà di introdursi in veste di spia all’interno di un gruppo teatrale alle prese con un percorso terapeutico ma da “talpa” al servizio dello zio diventerà invece attore della rinascita personale, giocata tra palco e verità attraverso il recupero della consapevolezza e la (ri)scoperta di valori come libertà e dignità.

La proposta del 18 febbraio si intitola “Figlio di nessuno”, pellicola serba del 2014 incentrata su un “ragazzo selvaggio”, il cucciolo svezzato dai lupi ma condizionato dalla società umana. L’ultimo scalo di febbraio (il 25), ripropone la scuola colombiana e si intitola “Choco”, per la regia di Jhonny Hendrix Hinestroza, altra opera ambientata tra i tratti del disagio e dell’emarginazione sociale. La rassegna approda poi a marzo, il 31, con “Cim a Pechino”, film-documentario italiano diretto da Giovanni Piperno, la storia del viaggio vissuto da 77 malati psichiatrici protagonisti di un viaggio in treno da Venezia sino in Cina. Il ciclo chiude i battenti il 7 aprile con “Qui e La”, coproduzione spagnola-messicana-statunitense, diretta da Antonio Mendez Esparza, basata sul racconto dei fragili meccanismi di coesione in famiglia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo