Dopo Zoran a Venezia c’è Maria grazie al fiuto di Igor Princic

Per la seconda volta consecutiva al Lido un film targato Friuli Venezia Giulia Spiega il produttore : «È dedicato alla danzatrice argentina Maria Fux»
Di Elisa Grando

Il Friuli Venezia Giulia torna protagonista della Mostra del Cinema di Venezia: il 1 settembre “Dancing with Maria” di Ivan Gergolet, regista di Doberdò del Lago, sarà in concorso alla Settimana della Critica. Per la nostra regione è il secondo anno consecutivo al Lido: l’anno scorso era toccato a “Zoran, il mio nipote scemo” di Matteo Oleotto, che dalla Settimana della Critica era uscito vincitore. Questa doppia, ravvicinata presenza è un piccolo miracolo che ha alle spalle un unico “deus ex machina”: il goriziano Igor Princic, che con la sua società Transmedia ha prodotto entrambi i film. Stabilendo anche un primato assoluto: “Dancing with Maria”, dedicato alla straordinaria figura della danzatrice argentina Maria Fux, pioniera della danzaterapia e ancora in attività a 92 anni, sarà il primo documentario mai presentato in concorso nella storia della Settimana della Critica.

«Il miracolo non è una coincidenza assoluta», dice Princic: scaturisce anche da un sistema-cinema, quello approntato dal Friuli Venezia Giulia, che attraverso finanziamenti pubblici mirati ha trovato gli strumenti per permettere ai propri talenti di esprimersi ed essere competititivi anche a livello internazionale. Sfruttando le possibilità di collaborazione con le regioni dell’area ex asburgica. Qualcosa di speciale, o almeno una buona dose di intuito, nella “formula Princic” deve però pur esserci. «Non esiste una vera e propria formula», risponde sorridendo il produttore, «se non credere alla bontà di un progetto e del suo autore. E io credo in una storia quando mi appassiona».

È successo così anche per “Dancing with Maria”, partito come “documento privato”: quattro anni fa, il regista Ivan Gergolet era volato a Buenos Aires munito di telecamera per una piccola intervista a Maria Fux come regalo di compleanno per sua moglie, la danzatrice Martina Serban. «Quando Ivan è tornato, mi ha portato quattro minuti di girato e quello che ho visto era fantastico. Maria ha un percorso artistico unico: basti pensare che ballava senza musica già 60 anni fa, in tempi in cui questo tipo di performance erano una novità assoluta, in tournée in tutto il mondo, da Mosca a New York. Ed ha una un’energia positiva nei confronti della vita che andava trasmessa e raccontata. Quindi, ho subito incaricato Ivan di tornare in Argentina per capire se si poteva fare un film. Per lui era il momento giusto: stava già dimostrando un talento speciale con il documentario “Making Archeo”, sulla realizzazione del film “Archeo” di Jan Cvitkovic». “Archeo” è un altro progetto targato Trasmedia sul filo di temi locali che esplorano valori universali, come anche il documentario “Alessandrine” di Metod Pevec, sulla migrazione di tante donne dalla valle del Vipacco ad Alessandria».

Sicuro della validità del progetto e del suo autore, Princic ha quindi fatto partire la macchina produttiva: «La produzione nasce con l’Argentina e si chiude anche con la Slovenia: proseguiamo un po’ l’avventura di “Zoran, il mio nipote scemo” con il nostro partner sloveno, Staragara». Con in mano quei famosi, primi pochi minuti di girato, per trovare co-finanziamenti Princic e Gergolet hanno fatto il giro dei “mercati” del cinema, da Cannes a Lubiana, da Barcellona a Berlino, fino a Trieste, nel meeting internazionale del settore audiovisivo “When East Meet West”, in programma ogni gennaio. Un appuntamento ad alto livello che rappresenta uno dei tasselli del sistema-cinema regionale che, dice Princic, funziona davvero: «L’essere in periferia rispetto ai due centri nazionali di produzione, Roma per il cinema e Milano per la tv, può essere un grande ostacolo, che i progetti più autoriali possono però affrontare con un piccolo supporto economico da parte delle istituzioni, come il Fondo Regionale per l’Audiovisivo istituito grazie alla Legge Regionale sul Cinema».

Nella “formula Princic”, il territorio ha un ruolo centrale: «Nella mia visione Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Croazia, Austria, Bosnia e Ungheria possono riprendere vita e rinascere insieme: unendo i fondi locali e nazionali, ci sono delle possibilità produttive eccezionali. E i risultati infatti arrivano». Tant’è che, dopo quello a “Zoran, il mio nipote scemo”, è arrivato un secondo finanziamento Eurimages anche per il film sloveno “Mama” di Vlado Skafar, girato a Cividale. Adesso, però, è il momento di “Dancing with Maria”: appuntamento a Venezia, fra i grandi del cinema internazionale.

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