Ducaton parla alla madre, con i quadri

TRIESTE. Un atto d’amore verso le donne di Trieste e nei confronti dell’amata madre Giannina, che quando si sposò era una bella e promettente attrice, con attenzione anche alla propria storia personale: questi sono i fili d’oro, d’argento e colorati soprattutto di blu, su cui si posa la mostra che la pittrice triestina Annamaria Ducaton dedica a “La Donna del Mare”, “riscrivendo” attraverso la sua arte speciale la celebre opera di Henrik Ibsen, scrittore e regista norvegese, considerato il padre della drammaturgia moderna. La rassegna, che sarà inaugurata oggi alle 18 al Magazzino delle Idee (Corso Cavour, ingresso lato mare) dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat con intervento critico di Franca Marri, è costruita attorno al pensiero della libertà. Quella che Giannina perse sposandosi, poiché il marito non le consentì più di recitare, togliendole la chance di partecipare all’opera preferita, “La Donna del Mare” appunto.
La sensibilità al tema sociale femminile, che permea questa e altre opere di Ibsen, è in perfetta sintonia con la costante attenzione della Provincia ai molteplici aspetti ancora irrisolti della condizione della donna, raccolta simbolicamente dalla Ducaton, che, intrecciandola alle intime pulsioni del suo cuore, ne offre un’interpretazione originale: l’abile magma della sua pittura ci avvolge in un vortice contemporaneo di emozioni, in linea con una delle tendenze dell’avanguardia, che coniuga spesso la fotografia (in questo caso l’ingrandimento di foto d’epoca della madre che colloquiano con quelle della pittrice) con la pittura, declinata dall’artista con ampia gestualità e sottile attenzione ai dettagli impreziositi da pigmenti e tempere. La rassegna composta da 28 opere sintoniche e da eleganti oggetti appartenuti a Giannina, è accompagnata da un catalogo con introduzione di Bassa Poropat e saggi di Marri e Paolo Quazzolo.
Con questa mostra la tenace artista porta a compimento un sogno d’arte tenuto nel cassetto dagli anni ’80: esprimere nella sua città un messaggio di Amore e Libertà, già esposto al Teatro Ghione di Roma, a Salisburgo, Graz e Lubiana. Ducaton esprime anche qui coerentemente l’esegesi di un tema attraverso un ciclo pittorico, facendo uso di una sensibilità multimediale che vedrà una serie di eventi collaterali su teatro e cinema: una mostra per riflettere, idealmente accompagnati dalle note del norvegese Grieg e di Mahler, con cui la pittrice intrattiene da sempre un rapporto quasi medianico.
Marianna Accerboni
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