Hinde Boujemaa racconta in un film come la Tunisia ha scelto la libertà

ROMA. Non servono eroi o ideologie per raccontare il cammino di un popolo verso la libertà: basta la storia di una donna. La regista tunisina Hinde Boujemaa nel suo documentario “Era meglio domani”...

ROMA. Non servono eroi o ideologie per raccontare il cammino di un popolo verso la libertà: basta la storia di una donna. La regista tunisina Hinde Boujemaa nel suo documentario “Era meglio domani” ha scelto di documentare la rivoluzione iniziata nel gennaio 2011 nel suo Paese, dopo la caduta del regime di Ben Ali, attraverso Aida, una donna alla disperata ricerca di una casa per sè e i suoi figli. In poco più di 70 minuti, il film - presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia nel 2012 e nelle sale italiane dal 12 giugno - racconta la rivoluzione da un'ottica privata, con uno sguardo lucido e attento.

«Il mio è un film politico, anche se non direttamente», dichiara la regista tunisina, che nel film ha seguito come un'ombra silenziosa la sua protagonista per un anno e mezzo mentre vagava per le strade di Tunisi, del tutto indifferente al fatto che in piazza si stesse decidendo il futuro di una nazione.

«Quando ho incontrato Aida - spiega - ho capito subito che la sua storia rispecchiava la condizione di tutto il popolo».

Dietro all'esempio di una vicenda privata, Boujemaa racconta lo smarrimento e la rabbia di un Paese intero, mostrando un'attenzione particolare alla condizione femminile. «Attraverso Aida ho raccontato anche le difficoltà delle donne povere, vittime di una mentalità fortemente machista».

Il film mostra una donna che non è perfetta, ma che ha coraggio e determinazione, nonostante una vita di miseria e di privazioni, l'impossibilità di mantenere quattro figli perchè divorziata, i problemi con la legge. «Ma la condizione femminile dipende ancora molto dalla situazione economica», precisa Boujemaa.

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