Holland-Hussain-Potter a Lubiana

Il 27 giugno il trio di virtuosi apre il Festival Jazz, che fino al 30 propone un ricco e inedito cartellone

TRIESTE. Venti concerti in cartellone per oltre 100 artisti sul palco provenienti da 14 paesi, tra star internazionali di prim'ordine (su tutti il trio Holland-Hussain-Potter e il quartetto di Dhafer Youssef) ed emergenti, con una folta rappresentanza di italiani. Questi i numeri del 59° Festival di Lubiana (al Cankarjev Dom dal 27 al 30 giugno, programma completo e info su www.ljubljanajazz.si.) presentato ieri a Palazzo Gopcevich dall'assessore comunale alla Cultura, Giorgio Rossi, da Gabriele Centis, direttore artistico di TriesteLovesJazz (che verrà presentato martedì a Trieste e poi anche a Lubiana) e da quello del Jazz Festival Ljubljana, Bogdan Benigar.

Il più longevo d'Europa, quello di Lubiana è un festival attento all’avanguardia: non a caso l’edizione 2018 ha ottenuto l’Ejn Award, il premio per il festival più “avventuroso”. E per l’edizione dei 60 anni sono già confermate prestigiose presenze tra cui John Zorn, che torna sulle scene dopo 10 anni con una maratona musicale, Extended Bagatelles: 14 ensemble tra cui molti big. «Il Jazz Festival di Lubiana - ha affermato Rossi - è una rassegna prestigiosa che rinsalda il legame di amicizia e scambio tra Slovenia e Italia attraverso il jazz, musica che è espressione di libertà e di rottura degli schemi: un messaggio d'apertura in una terra di confine dove il dialogo culturale transfrontaliero si svilupperà ulteriormente anche grazie al 'contenitore' del Porto Vecchio».

Benigar ha illustrato un programma pensato non solo per cultori del jazz, ma per gli appassionati della musica in generale, che permette di soddisfare ogni curiosità con proposte non convenzionali e molti eventi collaterali.

Apertura col botto il 27: alle 19 il batterista, violoncellista e compositore sloveno Kristijan Krajncan presenterà il nuovo progetto DrummingCellist e alle 20 si esibirà la “all star band” (a cavallo tra Gran Bretagna, India e Stati Uniti) composta da Dave Holland, Zakir Hussain e Chris Potter. I tre virtuosi rivivono l’epopea degli anni '70 che fondeva il jazz con altri stili, incorporando elementi della musica indiana. In mezzo secolo di carriera, Holland ha contribuito agli straordinari album di Miles Davis. Hussain collabora sia con musicisti classici indiani che con leggende come John McLaughlin e Charles Lloyd. Potter ha registrato e suonato con molti dei più importanti nomi del jazz, tra cui Herbie Hancock e John Scofield. Alle 21.30 MTF feat. Sub-Lime, progetto che sintetizza jazz, hip-hop e flamenco.

Si prosegue il 28 con 4 concerti: apre il sestetto di Aleš Rendla, veterano della scena slovena. Con December Soul il percussionista Zlatko Kaučič festeggia il 40° anniversario di attività artistica. Il suo trio con Stefano Battaglia e Salvatore Maiore è stato già ammirato al TriesteLovesJazz.

Il Lovro Ravbar & Get On Board Collective fonde il jazz con elementi di funk e soul in un jazz "cosmico". Arriva dalla Gran Bretagna infine il Portico Quartet che sta attirando l'attenzione di tutto il mondo.

Il 29 il festival propone in avvio il LORE, ensemble di Amsterdam del sassofonista sloveno Pia Podgornik dal suono indefinibile che si muove attraverso il minimalismo, il jazz d'avanguardia e le arie popolari. I norvegesi Rohey sono autori di un soul-jazz che affascina sia gli amanti del jazz che quelli del soul. Chiudono l'Hermia/Ceccaldi/Darrifourcq Trio e il Subtropic Arkestra, progetto del trombettista croato Goran Kajfeš. Infine il 30 vedrà sul palco i portoghesi L.U.M.E., 15 elementi guidati dal compositore Marco Barroso che aggiornano il concetto di big band combinando partiture scritte e improvvisazione con un pizzico di ironia. Il trio di Rok Zalokar-Port Songs esplora il concetto di porto come il crogiolo di culture. Elifantree è la band finlandese della cantante Anni Elif Egecioglu, una delle voci più distintive di oggi. Pezzo forte della serata, il 4tet dello strumentista e cantante tunisino Dhafer Youssef, che intreccia sapientemente musica tradizionale araba e jazz. La sua è una colonna sonora sofisticata che fonde le influenze orientali con il parco urbano di New York. Nel nuovo progetto si presenterà con musicisti di spicco della scena jazz della Grande Mela.

Si chiude con il compositore, pianista e produttore Bowrain che fonde il suono acustico con l'elettronica; Shake Stew, jazz band austriaca che offre una miscela di afrobeat e altri generi africani, groovee jazz e il trio di Vasko Atanasovski, concentrato sull'accoppiamento del jazz con elementi del klezmer e del rock e, in questa occasione, anche con brani balcanici.

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