«Ich bin Franz Kafka» quando lo scrittore sognava invano Trieste

«Ich bin am 3. Juli 1883 in Prag geboren...». Sono nato il 3 luglio 1883 a Praga. È l'incipit del curriculum vitae, vergato a mano in elegante grafia, che un giovane laureato in legge presentò alle assicurazioni Generali nel 1907. Il suo fascicolo personale è uno dei tanti custoditi dall'Archivio storico della compagnia: finora ne sono stati censiti circa 15mila. Questo, però, quello di cui stiamo parlando, è unico pur somigliando a tutti gli altri. In calce al curriculum figura infatti la firma di un candidato eccezionale: Franz Kafka.
Quello che sarebbe diventato uno dei più importanti scrittori del ’900 lavorò per un breve periodo alle Generali: dall'ottobre del 1907 al luglio del 1908. Nel suo fascicolo si legge che la compagnia intendeva utilizzarlo soprattutto nei rapporti con l'estero. Nel curriculum allegato, Kafka racconta d'aver studiato al ginnasio, d'essersi laureato in legge e di aver lavorato con un avvocato praghese. Presenta poi le referenze del console americano a Praga. L'esito della visita medica lo classifica come un uomo di corporatura esile ma in buona salute.
Sappiamo dalla corrispondenza dell'autore, spiegano gli archivisti di Generali, che Kafka era contento dell'assunzione e sperava di essere mandato a Trieste. Proprio in quel periodo, infatti, aveva iniziato a studiare l'italiano. Il suo sogno non si sarebbe poi realizzato e nel fascicolo figura infatti anche la lettera di dimissioni dell'anno successivo. Gli storici sono soliti inorridire innanzi alla storia «fatta con i se», ma il tabù non si estende ai giornalisti: possiamo quindi immaginare cosa sarebbe potuto succedere se il rapporto tra Kafka e la compagnia fosse continuato, venendo magari coronato dall'agognato trasferimento. Nel corpus delle opere dello scrittore praghese, forse, avremmo oggi una ricca collezione di racconti ispirati al porto dell'impero.
Ma il carattere eccezionale del documento aumenta ancora se lo si affianca a un altro fascicolo custodito nell'Archivio storico. È quello di Leo Perutz: concittadino e quasi coetaneo di Kafka (era nato nel 1882), l'autore di "Il cavaliere svedese" lavorò per Generali nello stesso periodo, dall'ottobre 1907 al luglio 1908. Nella sua richiesta di impiego Perutz spiegava di star studiando matematica attuariale e infatti venne impiegato nella sezione competente del ramo vita di Trieste. Perutz arrivò a Trieste pur senza sapere l'italiano: c’era grande mobilità del corpo dei funzionari all'interno dell'impero. Si dimise dalla compagnia nello stesso mese di Kafka.
Scartabellando fra le carte di Generali non spuntano solo scrittori. C'è pure qualche Papa: il cardinale Giuseppe Sarto sottoscrive una polizza sulla vita ai tempi in cui ricopre il ruolo di patriarca di Venezia. Diventerà sommo pontefice con il nome di Pio X. Un religioso di nome Giuseppe Roncalli ne firma una nel 1934: è scritta in cirillico, perché in quel momento Roncalli è nunzio vaticano a Sofia, Bulgaria. Nel 1939 la rinnoverà sottoscrivendo un altro documento in Italia. Precauzioni fortunatamente superflue: morirà papa Giovanni XXIII nel 1963. Si potrebbe continuare a lungo. Tra i documenti custoditi figurano anche l'assicurazione sulla vita di Carlo I e un carteggio riguardante l'assicurazione sulla casa di Alessandro Manzoni.
Giovanni Tomasin
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