Il corno di Marco Panella al Miela «Trieste è capace di grandi slanci»

L’artista domani con il Philarmonisches Ensemble ospite della Chamber Music Dal Tartini, al perfezionamento americano all’Orchestra Sinfonica della Rai

TRIESTE

«L’emozione della normalità.È quanto proviamo all’idea di suonare dal vivo, adesso. Perché è questa la condizione ottimale per la fruizione della musica». Parola di Marco Panella, il musicista triestino da varie stagioni impegnato nelle fila dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai dove è parte anche del Brass Express, il Quintetto di Ottoni che si è formato internamente alla compagine. Sarà quindi un ritorno sulle scene della sua città, dove si è diplomato al Conservatorio Tartini prima di perfezionarsi negli Stati Uniti con Dale Clevenger e Arnold Jacobs, quello di Marco Panella, atteso domani al Teatro Miela di Trieste, alle 19.30, per il secondo concerto della Stagione Cameristica della Chamber Music di Trieste progettata dalla musicologa Fedra Florit: lo ritroveremo al corno nel Philharmonisches Ensemble, il Quintetto nel quale è affiancato da Graziano Mancini clarinetto, Constantin Beschieru violino, Ermanno Franco violoncello e Andrea Rebaudengo pianoforte.

Più volte protagonista alla Cappella Paolina per i concerti del Quirinale in diretta su Radio3, l’Ensemble, declinato in varie formazioni cameristiche, nasce con l’obiettivo di esplorare il repertorio che vede impegnati archi, fiati e pianoforte in diverse combinazioni, sviluppando l’intesa dei solisti e il piacere di suonare assieme, ritrovando autori e partiture spesso trascurate dai cartelloni musicali. «Proprio questo è uno dei motivi ispiratori della nostra formazione - conferma Panella -. Il repertorio con il corno è molto ampio, ma non presenta che, relativamente, poche pagine dei giganti della musica. Così, sulla base di questo Quintetto, ho scavato alla ricerca di pagine meno note, con grandi e piacevoli sorprese». Come per le partiture in programma a Trieste, che includono la “Serenata per pianoforte, clarinetto e corno op.73” di Robert Kahn, un pezzo fortemente evocativo, e il Quintetto in re maggiore op.42 di Zdeněk Antonín Václav Fibich, che sarà capace di toccare il pubblico per la qualità dei colori strumentali.

«Non sarà questo il nostro ritorno in scena dal vivo – racconta Panella - perché l’attività della nostra Orchestra è proseguita seguendo seguendo le regole dei decreti sino allo scorso autunno, poi abbiamo continuato in streaming e quindi ci siamo riaffacciati al palcoscenico. Rivedere il pubblico in sala è davvero emozionante: ci si sente in uscita dal tunnel e adesso siamo ben consapevoli che la vita è la fuori…». Ma la ripresa, per gli artisti, si prospetta ancora in salita: «La musica, purtroppo, soffre da anni una condizione di Cenerentola, in Italia – spiega ancora Panella -. La pandemia ha messo in drammatica evidenza questa situazione di sofferenza e siamo preoccupati che l’organizzazione e la fruizione della musica dal vivo vadano incontro a contesti più complessi, in futuro. Un vero peccato, perché la musica è una carriera meravigliosa, anche in questi tempi difficili. Ma oggi richiede un grado di motivazione molto alto: bisogna davvero crederci, investire e soprattutto approfondire. Questo vale soprattutto per i giovani che puntano ad una carriera professionale».

Un traguardo che Marco Panella ha raggiunto con un lungo percorso di perfezionamento, diventando poi Primo Corno solista dell’Orchestra da Camera “I Fiati di Parma”, con cui ha inciso per griffe prestigiose come Amadeus e Classic Voice, proseguendo la carriera lontano dalla sua città. «Ma tornare – racconta – è sempre un piacere, Trieste è una città meravigliosa e capace di grandi slanci. Anche se ogni tanto dimentica i suoi figli».

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