Il Festival punta su ironia e colori per la partenza
INVIATA A SANREMO. Fa più paura il piano anti-terrorismo o quello che potrebbe dire Elton John in diretta sulle famiglie arcobaleno? Il sipario sulla 66ma edizione del Festival di Sanremo, la seconda condotta da Carlo Conti, si è alzato in una città che sembrava sotto assedio per il robusto dispiegamento di forze dell’ordine attorno al teatro Ariston, dopo che già si era innescata la prima polemica per la presenza, tra gli ospiti, del cantante inglese che con il marito ha due figli avuti da madre surrogata. In tempi di discussione sulle unioni civili il caso è diventato politico. A rasserenare la serata, quattro ore di diretta, ci hanno pensato l’ironia di Virginia Raffaele nei panni di Sabrina Ferilli («E basta cò ’sto Elton John, dicono che è uno spot per gli omosessuali... E quando ce stanno i Pooh che è? ’Na marchetta per l’Inps?»), la bellezza di Madalina Ghenea e il fascino magnetico di Gabriel Garko, chiamati ad affiancare il conduttore. E naturalmente la gara canora, con l’esibizione dei primi dieci Big, e la presenza, tra gli ospiti, di Laura Pausini che con “La solitudine” ha cantato sullo stesso palco la canzone con cui vinse nel 1993 tra i Giovani.
L’inizio è stato però nel segno della tradizione con la messa in onda di un video che in dieci minuti ha raccolto le immagini di tutti i vincitori del Festival dal 1951 ad oggi («Ci siamo accorti che non era mai stato fatto, ci siamo messi a lavoro da settembre per realizzarlo», racconta Carlo Conti). A seguire, un omaggio a David Bowie: sulle note di “Starman” si sono accese le luci sulla sofisticata scenografia dell’Ariston. È toccato a Lorenzo Fragola, primo tra i Big, rompere il ghiaccio con “Infinite volte”, alla seconda partecipazione dall’alto dei suoi vent’anni. Dopo di lui Noemi con una canzone, “La borsa di una donna”, ricca di dettagli, e tanti nastrini colorati attaccati al microfono simbolo dell’orgoglio gay; i Dear Jack (“Mezzo respiro”), molto emozionati. E poi Giovanni Caccamo e Deborah Iurato in un pezzo dialogato (“Via da qui”), gli Stadio (“Un giorno mi dirai”), Arisa (“Guardando il cielo”), Enrico Ruggeri (“Il primo amore non si scorda mai”), i Bluvertigo (“Semplicemente”), Rocco Hunt (“Wake up”) e Irene Fornaciari (“Blu”).
Sul palco, dopo il centenario Giuseppe Ottaviani, recordman dell’atletica, sono saliti Aldo, Giacomo e Giovanni, che festeggiano i 25 anni di carriera e hanno deciso di devolvere il loro cachet a tre associazioni. E, a fine serata, il rapper franco-congolese Maitre Gims, che ha raggiunto il successo con il singolo “Est-ce que tu m’aimes?”. La gara canora è dunque iniziata. Continua stasera con l’esibizione degli altri dieci Big, scandita da un sistema di votazione complesso, uguale a quello dello scorso anno con una sola variante: il ripescaggio. Sono quattro le giurie chiamate ad esprimersi: pubblico tramite televoto, sala stampa, esperti e giuria demoscopica (composta da un campione di fruitori di musica). Nelle prime due serate, ieri e oggi, a votare sono pubblico e sala stampa, con un peso del 50% ciascuna. La Rai, stasera, stilerà una classifica delle 20 canzoni. Le ultime cinque saranno eliminate, ma una potrà essere ripescata con il televoto. Sabato, a dati azzerati, saranno pubblico, esperti e giuria demoscopica a decretare il vincitore di questo Festival.
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