Il film sulla sciagura di Brema in corsa per Cannes

MODENA. Mancano pochi giorni alla prima presentazione del docufilm “Tra le onde, nel cielo”, che racconta la “meglio gioventù” del nuoto italiano di metà anni Sessanta scomparsa il 28 gennaio 1966 quando un aereo della Lufthansa partito da Francoforte - il Convair Metropolitan - precipitò in fase di atterraggio all'aeroporto di Brema. Nessun superstite. Tra le 46 vittime anche i sette giovani componenti della Nazionale di nuoto italiana diretta al meeting di Brema (tra cui il triestino Bruno Bianchi). E nel rush finale verso la prima nazionale di sabatom a Modena, arriva la notizia che il film potrebbe entrare nella selezione per la Settimana della Critica a Cannes.
«Ho appreso con emozione la comunicazione ufficiale pervenuta ieri dal Bureau della 55.a Settimana della Critica al Festival di Cannes – spiega Francesco Zarzana, che ha scritto e diretto il film -. Un ottimo viatico verso la prima nazionale del film che sarà evento centrale a Modena, con la proiezione di sabato 20 febbraio (alle 21 nella Tenda di viale Monte Kosica) e che sarà poi presentato nel mese di marzo alla Casa del Cinema di Roma e il 24 aprile a Riccione, in occasione della Coppa Caduti di Brema 2016».
Brema ’66: l’atleta più giovane, Daniela Samuele, aveva sedici anni, il più “anziano”, Bruno Bianchi, aveva 23 anni ed era il capitano della nazionale azzurra di nuoto. Con loro si trovavano a bordo del Convair anche Carmen Longo, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Luciana Massenzi, Bruno Bianchi, Chiaffredo Dino Rora. Li accompagnavano Paolo Costoli, l’allenatore ed ex nuotatore che aveva preso il posto di Dennerlein, e il giornalista Nico Sapio, telecronista Rai, voce del nuoto italiano nelle occasioni importanti.
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