Il giovane gigante Lisiecki con Pappano per Schumann

A vederlo in fotografia accanto a Antonio Pappano appare un gigante. A sentirlo suonare, se ne ha la conferma. A vent'anni d'età (ne compirà ventuno il prossimo 23 marzo), il pianista canadese di...

A vederlo in fotografia accanto a Antonio Pappano appare un gigante. A sentirlo suonare, se ne ha la conferma. A vent'anni d'età (ne compirà ventuno il prossimo 23 marzo), il pianista canadese di origine polacca Jan Lisiecki esibisce una statura di musicista di prim'ordine. La conferma viene dal cd schumanniano fresco di stampa per l'etichetta Deutsche Grammophon, che lo vede protagonista accanto a Pappano con l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

All'organico del pianoforte solista con l'orchestra, Robert Schumann ha dedicato un solo Concerto, quello in la minore op. 54, composto tra il 1841 e il 1845, dedicato al compositore e direttore d'orchestra Ferdinand Hiller ed entrato nel repertorio della quasi totalità dei pianisti. La composizione è tuttavia preceduta da un serie di tentativi rimasti incompiuti e seguita da due lavori che risultano a tutt'oggi di rara esecuzione: il Konzertstück in sol maggiore op. 92 (datato 1849) e l'Introduzione e Allegro in re minore op. 134, dedicato a Brahms nell'autunno del 1853, all'indomani del loro primo e decisivo incontro, nonché pochi mesi prima dell'internamento di Schumann nel manicomio di Endenich.

Pappano e Lisiecki ci regalano in questo disco la terna completa di questi lavori, offrendoci un'autentica avventura nell'universo schumanniano al tempo stesso del suono, della forma e dello spirito. Lucidità e profondità di suono, plasticità di fraseggio, dominio architettonico della forma, intesa ed equilibrio d'assieme: l'esecuzione si impone all'ascolto con la forza persuasiva impressa dal gesto sonoro di due giganti. Alla visionarietà inquieta dell'op. 134, risponde quella quieta e sognante (ma non meno profondamente introspettiva) della Träumerei dalle Kinderszenen op. 15, proposta da Lisiecki quale fuori programma.

Stefano Bianchi

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