Il mistero della spilla made in Trieste
TRIESTE. I 30 mila fan accorsi al Rocco potranno fregiarsi di un ricordo davvero speciale e unico. T-shirt, poster, spilletta e adesivo. Sono quattro infatti i gadget esclusivi dedicati alla tappa di Trieste dell'European tour 2014 dei Pearl Jam. Una maglietta grigia con il logo con l'alabarda e la scritta commemorativa “Pearl Jam 22-6 2014 Trieste, It”, un adesivo con la stessa immagine rossoalabardata, uno splendido poster in edizione limitata. E una spilla, che però lascia un po' perplessi: nessuno sa dire di preciso cosa rappresenti il monumeto stilizato, che dovrebbe simboleggiare Trieste, almeno nelle (ottime) intenzioni. Una fontana? Un campanile? Chi parla genericamente di piazza Unità, altri di San Giusto, chi azzarda un Faro della Vittoria o si spinge fino a (?!?) Redipuglia....
I venditori rimandano il quesito, posto anche dai fan, al merchandising ufficiale inglese da dove, dicono, sarebbe partito l'ordine alla produzione, ma il mistero rimane. Però, e non poteva essere altrimenti, non sminuisce l'entusiasmo dei fan e la spilla (in vendita a 2 euro come l'adesivo) è presto esaurita. «I collezionisti dei Pearl Jam – spiega Gabriele Taddei del chiosco della Rock Dream - sono moltissimi e il merchandising ufficiale del gruppo ha un ottimo mercato, soprattutto sui siti delle aste online».
Non stupisce perciò che fin dalle prime ore della giornata i banchi che esponevano i gadget della band di Seattle siano stati presi d’assalto dai fan. Letteralmente a ruba il poster dell'artista Ames Bros (al prezzo di 30 euro) che raffigura la band come in una pala bizantina, ispirata all'opera in stile vetrata gotica conservata - riferiscono ancora i venditori – in una chiesa triestina. Nessun ulteriore particolare viene aggiunto. L'artista immagina – come riporta la scritta in gotico sul retro - i cinque Pearl Jam, effigiati in veste di santi con le chitarre in mano, come si sarebbero proposti se avessero suonato nella città di San Giusto nell'anno domini 814. Un pezzo che oggi sarà già da collezione.
Gianfranco Terzoli
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