In un film i mille volti del mistero Majorana

Ettore Majorana, siciliano tra i nomi più illustri della fisica teorica del Novecento, scompare a soli trentuno anni, il 26 marzo del 1938, in circostanze misteriose. La sua sparizione non tarda ad ammantarsi di un'aura di leggenda. Dicono di averlo visto per l'ultima volta a bordo di una nave in rotta da Palermo a Napoli. Se ne ricerca il corpo nelle profondità degli abissi, si setacciano i monasteri e gli ambienti dei clochard, si ipotizza perfino che possa essere stato rapito da potenze straniere e che in questo "giallo" possano essere implicati scienziati, servizi segreti, politici, militari. Ma di fatto, l'unica certezza che si ha sul "caso" Majorana, è la sua scomparsa.
Ne parla il nuovo documentario di Egidio Eronico "Nessuno mi troverà - Majorana memorandum", in programma domani al cinema Ariston alle 19 e alle 21 alla presenza del regista, che incontrerà il pubblico alle 20.30, intervistato dal giornalista scientifico Fabio Pagan e da Giuseppe Mussardo, docente di fisica teorica alla Sissa.
Eronico spiega così le ragioni che lo hanno spinto a tornare sulle tracce di un fisico le cui intuizioni profetiche sono state quasi del tutto sottovalutate e incomprese dall'establishment scientifico dell'epoca, dopo che già in molti, da Leonardo Sciascia a Gianni Amelio, hanno affrontato l'argomento: «Il film nasce come una sorta di reazione alla vulgata che descrive Majorana come un "genio", con tutto ciò che questo termine comporta. Le descrizioni parlano puntualmente di "uno strano", un uomo sofferto, cupo, taciturno, misantropo e asociale. Ma quando mi sono addentrato nel lavoro di ricerca, sono emersi aspetti della sua personalità di cui mai si è parlato». «Dalla sua corrispondenza - continua il regista -, ad esempio, si poteva facilmente intuire che Majorana fosse una persona dai vasti interessi, dotata di un sottile e ingegnoso umorismo. Vi sono foto che lo ritraggono sorridente, in barca, con gli amici. Eppure sembra far comodo ricordarlo e costruirne a posteriori l'immagine di un uomo tormentato, perennemente insoddisfatto e completamente assorbito dai suoi studi. Ho voluto andare più a fondo, oltre il "personaggio", per cercare di restituire a Majorana un'umanità che gli è stata sottratta».
Mescolando animazione digitale (con i bellissimi disegni di Leomacs) a tinte noir con materiali d'archivio, ibridando documenti e immaginazione sulla traccia delle approfondite ricerche di Francesco Guerra e Nadia Robotti intorno alla figura e all'attività di Majorana, "Nessuno mi troverà" non ha la pretesa di fornire certezze o risposte "ufficiali" ma è piuttosto teso a recuperare un volto inedito dell'uomo e dello scienziato, facendo anche una ricognizione dell'Italia del suo tempo, compreso il suo complesso rapporto con Enrico Fermi e gli altri "Ragazzi di via Panisperna". Calza a pennello una citazione di Charles Dickens quando dice che «ogni creatura è composta in modo da essere un profondo segreto e un grande mistero per le altre». E quel che è certo è che Majorana, non importa dove, il suo mistero lo ha portato con sé.
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