La musica di Lavry con la figlia Efrat

La eseguirà l’Orchestra Abimà insieme ai solisti Victoria Mikulina, Roberto Fabbriciani, Tatiana Donis
Di Gianfranco Terzoli

Il “Festival Viktor Ullmann” ricorderà domenica alle 18 il compositore Marc Lavry con un concerto-tributo a ingresso libero dell'Orchestra Abimà diretta da Davide Casali alla Sinagoga (in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste) alla presenza della figlia dell'artista, Efrat. Al flauto ci sarà Roberto Fabbriciani e il mezzo soprano Victoria Mikulina canterà il poema “Madre” accompagnata all’arpa da Tatiana Donis. Per l'occasione, verranno eseguiti cinque brani del musicista nato a Riga nel 1903, scomparso nel 1967 e considerato il compositore nazionale di Israele, quattro dei quali in prima assoluta.

Efrat Lavry introdurrà la serata illustrandone la vita, lo stile e il contributo alla musica israeliana e raccontando alcuni aneddoti. «Mio padre – spiega – era una persona amichevole e aperta. Era un bell'uomo con sognanti occhi blu, intelligente e con un gran senso dell'umorismo. Era un genitore amorevole: amava stare in famiglia ed era presente nelle nostre vite. Componeva sempre a casa, seduto al piano o alla scrivania. Terminato di scrivere, era solito riunirci sul divano, anche se giovanissimi ed eseguire la nuova composizione per ricevere la nostra approvazione». Direttore dell'opera di Israele, ha diretto tutte le orchestre nazionali. «Ho avuto la fortuna – ricorda ancora Efrait Lavry - di assistere a molti suoi concerti. A 2 anni, quando salì sul podio, mi alzai, corsi da lui e gli tirai la giacca. Tutti risero: non lo feci più. I miei genitori ospitarono i più importanti musicisti passati per Gerusalemme: Leonard Bernstein, Arthur Rubinstein, Yehudi Menuhin e, ovviamente, tutti quelli israeliani».

Levry studiò in Germania, dove divenne direttore del Berliner Sinfonieorchester, con Bruno Walter, ma a causa delle leggi razziali decise di emigrare a Gerusalemme. «Non posso dire – afferma Efrait Lavry, che vive ad Haifa, ma è spesso in giro per il mondo - di sperimentare episodi di antisemitismo. È un paradosso: viviamo in una zona dove, da quando ho ricordi, non abbiamo avuto pace con i nostri vicini. Tuttavia, la vita quotidiana è molto calma e sicura. La situazione è difficile, ma spero giunga (presto) il giorno in cui avremo pace».

A lungo la sua musica non venne eseguita in Europa. «Mio padre – riprende - è stato abbastanza fortunato da vedere tutte le sue composizioni rappresentate e negli ultimi anni la sua musica ritorna ad essere suonata in tutto il mondo (Usa, Giappone, Belgio, Germania, Russia). Molte delle sue composizioni sono basate su testi biblici: compose anche un Servizio sacro basato sulle preghiere mattutine dello Sabbath e della vigilia del Venerdì che diresse in molte sinagoghe degli Stati Uniti. Il concerto in sinagoga a Trieste rappresenta quindi un po’ un completamento di quanto era mio padre: un israeliano, un ebreo e un compositore. Trieste – conclude - è un luogo importante per Israele: le navi dei sopravvissuti all'olocausto partivano da qui per giungere ad Haifa. Non l'ho mai visitata e quindi sono ansiosa di vedere questa bellissima città, specialmente i luoghi con eredità ebraica che hanno così tanto significato per il mio paese». «Sarà – promette Casali, presidente dell'associazione organizzatrice, Musica Libera - un bellissimo concerto di facile ascolto: la musica di Lavry si può considerare molto vicina a quella popolare ebraica, mantenendo però il rigore della classica post romantica. L’intreccio degli strumenti porta l’ascoltatore a viaggiare con la mente nella terra d’Israele, con tutta la sua magia e felicità. In lui sono particolarmente presenti i temi ebraici, tanto da apparire a momenti quasi klezmer. Meriterebbe di essere eseguito molto più spesso perché la sua musica lascia nell’ascoltatore un senso di tranquillità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo