«Lo Stabile sloveno è minacciato dall’interno»

TRIESTE. Collaborazioni che si consolidano e altre, stimolanti e significative, che si stringono per la prima volta, una produzione appena inserita nel cartellone del massimo festival sloveno, un percorso teso a unire le forze in un territorio fecondo e multilingue con un occhio sempre attento ai giovani talenti emergenti sia davanti che dietro le quinte. A stagione non ancora conclusa e dopo un periodo piuttosto travagliato, per i vertici del Teatro Stabile Sloveno più che di bilanci è tempo di lanciare il nuovo programma 2014-2015, galvanizzati dalla notizia appena arrivata dell'inserimento della loro produzione “No moderni” di Yukio Mishima all'interno del festival Borštnik, il più importante della Slovenia, e dove l'unica nota dissonante resta l'addio del direttore artistico, addio non privo di amarezze.
Tanti e vari gli eventi della prossima stagione presentati ieri dalla presidente Breda Pahor, grata al direttore artistico Diana Koloini per essere rimasta, a nomina scaduta, per garantire continuità e firmare l'intero nuovo cartellone, complesso e ambizioso. Prendendo a prestito i versi di Ivan Cankar, “Percorsi e ricorsi: avanti tutta” è il titolo della stagione, incentrata sui cento anni dallo scoppio della I guerra mondiale interpretati però in un contesto più ampio, che guarda al moto circolare della storia e alla ciclicità degli eventi fino ai nostri giorni.
Saranno cinque, illustra Koloini, le nuove produzioni del teatro che innerveranno il programma base aperto da due importanti coproduzioni. Mentre la prima consolida una collaborazione già fruttuosa con il Teatro Nazionale Drama di Lubiana, trattando la nascita della nuova Europa del periodo prebellico nell'adattamento da Thomas Mann “La Montagna incantata”, la seconda invece è nuova di zecca e riunisce per la prima volta due Stabili di prosa triestini, il Tss e quello del Friuli Venezia Giulia, insieme alla Casa del lavoratore teatrale. Due lingue, due testi – di Marko Sosic e Carlo Tolazzi - due immagini della guerra si incroceranno in “1914-1918. Trieste, una città in guerra”, con la regia di Igor Pison. «Non si parlerà di guerra né di trincee – sottolineano Maria Grazia Plos e Adriano Giraldi – ma di sofferenza degli uomini, guardando alla memoria storica particolarmente dolorosa di una città dalle molte anime come la nostra».
Cambio di tono, quindi, con “Anfitrione” di Moliere, con la regia del promettente Marko Ceh, per tornare ad accenti drammatici con un classico, «purtroppo molto attuale» della drammaturgia slovena, “I Servi” di Ivan Cankar, nel cui cast sarà possibile apprezzare tre giovani attori dalle radici triestine: Patricija Jurincic, Matija Rupel e Jure Kopušar. Due giovani fidanzati e i loro genitori single saranno invece al centro dell'ultima produzione “Visite” di Vinko Möderndorfer, uno dei massimi esponenti della drammaturgia slovena, che firma anche la regia.
Uno spettacolo ospite, coproduzione dei teatri di Nova Gorica e di Capodistria “Filumena Marturano” e tre programmi a scelta – rosso verde e blu - densi di spettacoli diversissimi, completano un cartellone in cui sinergie e collaborazioni fanno la parte del leone, l'«unica via da percorrere» per il presidente dello Stabile regionale Miloš Budin e l'assessore Andrea Dapretto. Significative anche quelle con la Glasbena Matica e Artisti Associati-Circuito Danza FVG che animano i programmi paralleli tra musical, danze magiare, pièce di successo (“Piaf”), fiabe magiche riviste sotto una nuova lente (“Lo Schiaccianoci”) all'interno della stagione allestita da Diana Koloini. «Sono certa di aver lavorato bene – commenta - ma anche delusa e preoccupata. Penso che questo teatro non sia minacciato da forze esterne bensì proprio da quelli che dovrebbero occuparsene. Sicuramente non sono gli italiani ma gli sloveni della nostra minoranza. Prego - conclude - che questa comunità si renda conto dell'importanza che riveste questo teatro, della sue grande tradizione di oltre 110 anni di vita, e non che debba essere sfruttato per sviluppare interessi privati e politici».
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