L’Oreste rinchiuso in manicomio racconta l’amore negato

TRIESTE
«A prima vista “L’Oreste” può sembrare un monologo, dato che in scena c'è un solo attore in carne e ossa. Ma quel che attende lo spettatore è ben altro: grazie alla “mano” di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani, e alla collaborazione con il Festival Lucca Comics, lo spettacolo si popola di personaggi attraverso una continua interazione tra presenza scenica e disegno animato». Lo spiega Francesco Niccolini, autore dello spettacolo che debutta alla Sala Bartoli domani alle 19.30 e replica fino a domenica 16.
L’attore a cui si fa riferimento è Claudio Casadio, bravissimo e toccante, ironico e sfumato nel ruolo del titolo: un uomo recluso nel manicomio dell'Osservanza a Imola, che vive degli incontri e con i dialoghi vivaci con i medici, una sorella che gli fa visita, soprattutto con l'Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Si scopre però che Ermes non esiste e forse non vengono a fargli visita nemmeno le altre figure che hanno punteggiato la sua vita, che sono rimaste nel suo cuore e nella sua mente, ma che forse lo hanno lasciato solo. Una solitudine che lo perseguita fin dall’infanzia sfortunata, e che connota ora la sua situazione di malato psichiatrico, una condizione di cui lo spettacolo ha il dono di saper parlare… pur parlando di altro.
Oggi probabilmente l’Oreste sarebbe trattato semplicemente come un “bambino difficile”, ma non era così nell’Italia che lo ha visto bambino: un’età in cui ha dovuto sopportare traumi terribili. Così, da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, Oreste è arrivato al manicomio di Imola e da trent’anni questa è la sua realtà: una realtà che però lui accetta e resta sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un “Festival della Canzone dei Matti”). “L’Oreste” è una riflessione sull'abbandono e sull'amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. —
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