Magia degli Impressionisti

Marco Goldin racconta Van Gogh, Monet, Degas e gli altri oggi al “Verdi” di Trieste
Di Franca Marri

di FRANCA MARRI

Penultimo appuntamento, quello di questa sera al Ridotto del Teatro Verdi, con inizio alle 20.45, per il "Generali Tour. Storie dell'impressionismo": Marco Goldin illustrerà in anteprima la mostra che si aprirà il 29 ottobre nei rinnovati spazi del Museo di Santa Caterina di Treviso, con opere di Monet, Renoir, Gauguin, Van Gogh e molti altri. Un racconto/spettacolo, come quelli a cui già da tempo ci ha abituati il curatore e direttore di Linea d'ombra, con al centro ovviamente l'elemento della pittura, con la proiezione in alta risoluzione dei quadri più belli che si potranno vedere in mostra.

Ma di grande rilievo saranno pure la parte attoriale, affidata a Gilberto Colla e Sandro Buzzatti impegnati a recitare alcune lettere di Van Gogh, Gauguin e Cézanne, e la parte musicale, con l'intervento di una ensemble d'archi diretta da Paolo Troncon, autore delle musiche dello spettacolo, assieme a Mauro Martello e Renzo Ruggieri.

"Storie dell'impressionismo" sarà l'esposizione che verrà a festeggiare i vent'anni di Linea d'ombra, tornando laddove tutto è iniziato, laddove Marco Goldin, nel dicembre del 1996, ha fatto nascere Linea d'ombra: si tratterà di una specie di riassunto delle precedenti esperienze e ricerche condotte sull'impressionismo o di una nuova rassegna che aprirà inedite prospettive di lettura di questa corrente pittorica?

«Un po' tutte e due le cose - dice Marco Goldin -: senza dubbio è una grande sintesi dei tanti anni di lavoro dedicato a questo argomento grazie ai quali avremo 120 opere con capolavori fantastici di importantissime collezioni private e ben dieci pezzi dell'Art Institute di Chicago che solitamente concede dei prestiti soltanto a musei di pari livello: questo per me rappresenta un grande riconoscimento. Ci sarà però un taglio nuovo e diverso dal solito, con sei sezioni tematiche in cui si riparte sempre dall'inizio: la prima sezione, dedicata al ritratto, parte da Ingres, Delacroix, Courbet per poi giungere a Degas, Renoir, Gauguin e Van Gogh; la seconda sulla pittura en plein air va dagli autori della scuola di Barbizon a Monet e ancora Van Gogh; e così per la natura morta, i diversi modi di vedere il paesaggio fino ad arrivare alla crisi dell'en plein air e dell'impressionismo nella quinta sezione, a cui tengo moltissimo, con dieci meravigliosi Monet che ritraggono la Normandia, i covoni, le ninfee. Per chiudere infine con Cézanne e scoprire l'origine di nuove tendenze che si riveleranno fondamentali per il XX secolo: a dire che l'impressionismo è sì la luce, l'emozione del colore e del paesaggio ma anche il nucleo da cui si sviluppano le maggiori correnti contemporanee».

L'impressionismo è stata per lei fonte di ispirazione di mostre, libri, versi: da dove nasce questa passione?

«Si tratta di una passione giovanile, di quando non pensavo di fare ciò che poi ho fatto; di quando andavo a Parigi con la mia fidanzata, che poi è diventata mia moglie, e insieme visitavamo i vari musei. Le mostre che ho realizzato dal '84 al '97 riguardavano altri ambiti; poi, nel '98, per ricordare la figura di Roberto Tassi, allora da poco scomparso, attraverso le sue predilezioni critiche ho realizzato la prima grande mostra a Treviso con opere di Courbet, Manet, Monet, Van Gogh e molti altri. Da lì è iniziato tutto e per un decennio mi sono dedicato all'argomento dell'impressionismo seguendo diverse strutturazioni critiche».

Guardando a questi vent'anni di Linea d'ombra c'è un evento, una mostra che ricorda con maggior emozione?

«Sicuramente la seconda grande mostra fatta a Brescia intitolata "Gauguin, Van Gogh. L'avventura del colore nuovo" con 70 opere di Gauguin e 80 Van Gogh, per cui ho impegnato tre anni di lavoro. Poi sono varie le mostre che mi sono rimaste nel cuore: tra queste quella che ho curato nella vostra regione a Villa Manin dedicata a Munch e alla pittura nordica».

La più difficile da realizzare?

«Beh, tutte hanno comportato difficoltà ma allo stesso tempo anche molta soddisfazione: forse l'ultima è stata la più complessa, la più dibattuta, quella che ha suscitato maggiori polemiche, da più parti, anche perché è stata quella mia più personale: i Notturni a Vicenza. Per me la più coinvolgente a livello emotivo, avendola dedicata a mio padre».

Per lo sponsor Generali questo «ciclo di conferenze e la mostra consentiranno non solo di conoscere, approfondire e ammirare opere di eccezionale valore usualmente non accessibili al pubblico, ma anche di essere un volano di crescita, anche economica, per il territorio».

Oltre alla mostra, Goldin il prossimo autunno a Treviso porterà anche "Tiziano Rubens Rembrandt. L'immagine femminile tra Cinquecento e Seicento. Tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo", "Da Guttuso a Vedova a Schifano. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento", "De Pictura. 12 pittori in Italia".

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