Mike Sponza viaggia negli anni Sessanta

TRIESTE. Ian Siegal, Dana Gillespie e soprattutto l’ex Cream e coautore di brani come “White Room”, Pete Brown, che ha collaborato, firmandole, a tutte le composizioni. E, per la copertina, l’illustratore Romeo Toffanetti, disegnatore di Nathan Never. Grandissimi ospiti nella nuova produzione del bluesman triestino Mike Sponza, registrata nei mitici studi Abbey Road di Londra. Nell'album, "Made In The Sixties", un viaggio in musica a ritroso negli anni Sessanta - disponibile nei negozi e in digital download sulle principali piattaforme dal 22 giugno - con il chitarrista giuliano, oltre appunto al poeta inglese classe 1940, paroliere di Eric Claption & C. -, compaiono Ian Siegal, bluesman di caratura mondiale e Dana Gillespie, che viene ricordata in particolare per la sua interpretazione della Maddalena in Jesus Christ Superstar e la sua unione artistica e sentimentale con David Bowie (è sua infatti la voce in Ziggy Stardust). Il disco esce in formato cd e pure in vinile, in edizione limitata con poster. E, come nella migliore tradizione dei favolosi anni Sessanta, si presenta come un concept album. La promozione del cd è seguita da “Parole & Dintorni” e da “Musicraft” per quanto riguarda i social network. La distribuzione è curata invece da “Self”.
«È un lavoro curato in ogni particolare», conferma Sponza. «Ho voluto prendermi tutto il tempo necessario - aggiunge - per affinare il suono, gli arrangiamenti e curare anche i più piccoli dettagli. È un disco assolutamente controtendenza, con canzoni lunghe, interventi strumentali, suoni assolutamente analogici, tante chitarre, fiati e cori. Ma più di ogni altra cosa, al centro di tutto ci sono i testi e il concept». L'artwork della copertina è stato creato da Romeo Toffanetti, noto illustratore italiano e disegnatore di Nathan Never, che ha interpretato perfettamente il “viaggio negli anni Sessanta” che è l’idea alla base dell’opera. Per il coinvolgimento di Brown, che ha lavorato con Sponza alla stesura dei brani anche a Trieste, è stato decisivo l’incontro con il produttore Rob Cass. «L’occasione di scrivere il disco con Pete Brown – spiega ancora Sponza - si è realizzata tramite il produttore del mio precedente album “Ergo Sum”, che a Londra già collaborava con Jack Bruce e Ginger Baker dei Cream e di conseguenza con Brown, che della band è stato l’autore di brani storici come “Sunshine Of Your Love” e “I Feel Free”». «Quando si è iniziato a parlare della produzione del disco nuovo - racconta il bluesman -, a inizio 2017, Rob mi ha fatto il nome di Brown. Ci siamo incontrati a Londra e poi c’è stata una lunga “writing session” a Trieste. Io avevo abbozzato le idee delle canzoni e Pete ha trasformato tutto in versi e strofe. Lui rappresenta un link diretto a quel mondo musicale che è un po’ il mio riferimento – la Londra della seconda metà degli anni Sessanta –: un testimone critico che ha sempre analizzato e vissuto profondamente quegli anni. Non poteva esserci collaborazione più azzeccata». “Made In The Sixties” è il secondo album di Sponza prodotto interamente nello studio reso famoso dai Beatles. «Ogni fase della produzione - prosegue il bluesman - viene seguita da ingegneri del suono che hanno “forgiato” dischi leggendari. Quando un album esce da Abbey Road, sai che la qualità sarà massima». Ad accompagnare Sponza nello Studio 2, la formazione storica. «L’emozione più forte - ammette Sponza - sta nell’aver condiviso tutto ciò con Roberto Maffioli, Moreno Buttinar e Michele Bonivento, che suonano al mio fianco da sempre. E ad Abbey Road dicono che sia meglio andarci con la band…». E poi, la promozione: «Ci sarà uno showcase a Milano presso la Mondadori di Piazza Duomo e il 31 luglio presenterò il disco a Trieste con la nuova band di otto elementi».
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