Natasha Lusenti: «Con internet manca un assetto all’informazione»

LIGNANO. «Mi sento emozionata e onorata, anche per il nome che questo Premio porta». A confessarlo è Natasha Lusenti, noto volto del giornalismo televisivo italiano (“Atlantide” e “Il mondo che verrà” su LA7, “Sciuscià” e “Annozero” con Santoro su RaiDue), ma anche voce radiofonica (“Caterpillar AM” con Ardemagni e Solibello su Radio2), alla quale è affidata la conduzione della cerimonia di consegna dei premi Hemingway questa sera, alle 21, al Kursaal di Lignano Riviera. Si accede solo con invito.
Dell’esperienza alla radio dice di essere davvero entusiasta, soprattutto per il «pubblico, che partecipa, è presente e affettuoso».
«E questo – aggiunge – è sicuramente la cosa più bella che questo mezzo è capace di regalare a chi lo usa».
Pur lasciandosi sollecitare, Natasha non si lascia sfuggire neanche un timido accenno ai progetti e (alle proposte) che ha in cantiere. Probabilmente per la radio, per la tivù. «Non posso dire nulla», si schermisce.
Un commento sulla situazione in Italia oggi, invece, lo fa volentieri. «Stiamo vivendo un momento complicato di transizione – sottolinea – e sento troppo spesso intorno a me la sofferenza di tante persone giovani o anche meno giovani che si dicono deluse, che non trovano motivi per restare in Italia, che pensano di andarsene dal Paese che amano».
Così lei spera in un vento nuovo. «Mi auguro davvero che l’Italia possa risollevare la testa – dice –, per ritrovare lo spirito giusto. Senza questo atteggiamento positivo – aggiunge – è impossibile impegnarsi per il futuro». Senza questo spirito positivo, aggiunge, «non possiamo recuperare la possibilità di impegnarci per il futuro».
I media? «Nell’era di Internet – afferma – sono alla ricerca di un nuovo equilibrio che ancora non hanno trovato. Fare i giornalisti oggi è molto difficile - continua - e io ho avuto anche la fortuna di incontrare gente che ha creduto in me, come Enrico Deaglio o Michele Santoro. Va detto chiaro però – conclude – che la fortuna da sola non basta, se non si dispone di preparazione e capacità».
(al.ro.)
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