Povero Marlon, accusato di essere gay

LOS ANGELES. Dieci anni fa, il 2 luglio 2004, moriva a 80 anni il più grande di tutti: Marlon Brando. Viveva ormai solo sulle colline di Los Angeles, senza soldi, malato, obeso. Uno schiaff alla sua bellezza, che aveva messo d'accordo ogni donna. Un tipo duro, sullo schermo come nella vita. E che si era tirato addosso ogni tipo di disgrazia: la figlia Cheyenne suicida e un altro figlio, Christian, accusato di omicidio. Due anni prima della sua morte una ex cameriera, Maria Christina Ruiz, gli aveva fatto causa per 100 milioni di dollari sostenendo di essere la madre di tre suoi figli (l'attore ne avrebbe avuti cinque da tre mogli legittime e almeno sei da amanti varie) e di convivere con lui da 14 anni. Pur di non pagare, il divo aveva esibito in tribunale la denuncia dei redditi da cui risultava una pensione da seimila dollari al mese integrata da un assegno mensile della sussistenza sociale da 1.856 dollari. Per sopravvivere si era adattato a prestare la sua voce agli spot. Ben due biografie uscite nel 1994 gli davano addosso in tutti i modi, parlando anche di una sua presunta omosessualità.
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