Ricky Russo, così si resta triestini a New York

Oggi il dj e giornalista presenta al Piccolo Cafè nella Grande Mela il suo libro “Daghe! El greatest hits”
Non poteva sognare un momento più bello. E sì, perché Ricky Russo, dj e giornalista triestino che scrive per “Il Piccolo”, da alcuni anni trapiantato a New York, oggi presenta il suo libro proprio nella Grande Mela. Quella che gli ha fornito l’ispirazione per mettere assieme i tre testi raccolti nel volume “Daghe! Greatest hits”, pubblicato da Bora.la. Ovvero: “Per bon, for real”, “El funky barboncin” e “El Conte di via Pinguente”.


La presentazione si terrà a Manhattan, al Piccolo Cafè NY di Midtown West, sulla 40th, di fronte alla sede del “New York Times” (l’edificio disegnato da Renzo Piano), e a due passi dal B.B. King Blues Club. Dove sempre oggi si esibirà la leggenda del rock’n'roll Jerry Lee Lewis. Sarà Steven Baker, professore di Letteratura e Filosofia alla Columbia University, a parlare del libro.


Ed è bello che sia un docente universitario a fare l’analisi di questo libro. Perché “Daghe!” non è il solito testo normalizzato dagli editor delle case editrici. Ma è un fuoco d’artificio che non si spegne mai. Dove il ruggito del rock duro alla Black Sabbath si trova in perfetta sintonia con i modi di dire più inventivi del dialetto triestino. Dove l’urlo beffardo dei Ramones “gabba gabba hey” trova un’eco nell’anglo-giuliano “per bon for real”.


Ricky Russo, ovviamente, non si accontenta di un impasto linguistico nuovissimo e originale. Perché coinvolge i lettori in una giostra vorticosa di storie, spesso allegre, che fanno anche riflettere. Soprattutto sulle difficoltà di chi, a un certo punto, si trova a dover ricostruire il proprio mondo in un posto lontanissimo da dov’è nato.


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