Ritrovate venti poesie inedite di Pablo Neruda

SANTIAGO DEL CILE. Una ventina di poesie inedite di Pablo Neruda - lo scrittore cileno Premio Nobel per la Letteratura 1971, considerato uno dei più grandi poeti in lingua spagnola del secolo XX - sono state ritrovate, insieme ad altri manoscritti finora sconosciuti, negli archivi della fondazione che porta il nome dell'autore e saranno pubblicati dalla casa editrice Seix Barral.
Si tratta di un migliaio circa di versi, composti fra il 1956 e la fine degli anni '60, raccolti a volte in poesie molto brevi ed altre in opere che si estendono su varie cartelle, scritti per lo più su carta da ciclostile ingiallita, ai quali si aggiungono frammenti di prosa, discorsi e conferenze letterarie, ritrovati fra le carte ricevute dalla Fondazione Neruda nel 1987, dopo la morte di Matilde Irrutia, terza e ultima moglie dello scrittore.
Gran parte delle poesie sono d'amore e secondo Pere Gimferrer, esperto della Seix Barral, «non si tratta di poesie qualunque», bensì di opere che dimostrano «il potere dell'immaginazione, la straripante pienezza espressiva e lo stesso talento, tanto per la passione erotica o amorosa come per l'invettiva, la satira o il minimo dettaglio della vita quotidiana» di Neruda. La casa editrice ha diffuso un frammento dei versi: «Riposa la tua pura anca e l'arco di frecce bagnate/ estende nella notte i petali che formano la tua forma/ che risalgono le sue gambe di argilla il silenzio e la loro chiara scala/ scalino dopo scalino volando con me nel sogno/ io sento che ascendi allora verso l'albero cupo che canta nell'ombra/ Scura è la notte del mondo senza di te amata mia/ E distinguo appena l'origine, comprendo appena la lingua/ Con difficoltà decifro le foglie degli eucalipti».
Seix Barral pubblicherà i versi entro fine anno, in coincidenza con il 120° anniversario della nascita del poeta e i 90 dalla pubblicazione di “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”, il suo libro più noto.
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