Rumiz, una vita passata a “bucare” il confine

TRIESTE. L’undicesima edizione del Premio Tomizza valorizza la diversità. Diversità di cultura, memoria, identità. Difficile trovare un candidato più adeguato di Paolo Rumiz che ha ricevuto ieri sera il riconoscimento del Lions Club “Trieste Europa” all’Hotel Greif Maria Theresia.
Il giornalista e scrittore triestino, dal 1986 ha seguito gli eventi dell’area balcanico-danubiana. Nel 1993 ha vinto il Premio Hemingway per i suoi servizi dalla Bosnia e nel 1994 il Premio Max David come migliore inviato italiano. La sua scrittura si scorpora dalla linearità di un dettato cronachistico, pur rimanendo fedele alla verità, sia tramite la testimonianza diretta sia con una precisa e specialistica documentazione. Rumiz fa suoi gli elementi storici, li illumina e li rende più contemporanei della cronaca.
Ne ha tracciato il suggestivo percorso il giornalista Pierluigi Sabatti con una laudatio priva di retoriche, attenta invece alla sensibilità verticale dello scrittore sia per gli eventi storici, epocali, sia per le zone scrutate con l’estro leggero del viaggiatore. Quelli di Rumiz non sono solo viaggi nella memoria, ma anche nell’attualità: dalle contaminazioni culturali all’inutilità della guerra.
Insomma un’opera che si coniuga perfettamente alla motivazione del Premio Tomizza: «Per aver diffuso, attraverso una lunga ed impegnata attività giornalistica e quale approfondito saggista, la conoscenza di tradizioni, valori e caratteristiche di tante comunità visitate in un continuo peregrinare, evidenziandone i contrasti ed anche gli apporti culturali ed etici per un mondo migliore».
I suoi libri, spesso reportages di taglio saggistico o narrativo, si rivolgono alle più scottanti questioni contemporanee storiche e identitarie. «Se Tomizza era un autore che stava sul confine – ha osservato l’assessore comunale Franco Muracco – Rumiz è uno scrittore che va al di là della frontiera». Riflessione confermata dal premiato: «Tutta la mia vita», ha detto «è stata bucare un confine».
Nel corso della cerimonia sono intervenuti Laura Levi Tomizza, il presidente del Lions Club Trieste Europa Vittorio Piccoli e Dario Stechina, da ieri neo presidente del Club, nominato durante il gran gala. La finalità del riconoscimento, come è stato ricordato dagli organizzatori, non è letteraria: «Ciò a cui ambiamo è premiare annualmente una Personalità che nel tempo si sia distinta – ha detto Piccoli – nell’affermazione concreta degli ideali di mutua comprensione e di pacifica convivenza tra le genti delle nostre terre». Caratteristiche che Rumiz assolve nella ricerca, nella testimonianza e nell’analisi, rielaborata in una narrativa lineare ed evocativa, fatta da quello «Sguardo largo – come ha sottolineato Sabatti – che va al di là delle divisioni, degli odi, delle lacerazioni e che cerca invece di capire e di far capire rinunciando alle facili approvazioni, ma tentando invece di privilegiare sempre la verità e l’umanità».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo








