Scandaletti racconta Aquileia e Grado

Domani in vendita con “Il Piccolo” il volume edito dalla Biblioteca dell’Immagine

“Storia di Aquileia e di Grado. Dalle orgini ai giorni nostri” di Paolo Scandaletti, pubblicato dalla Biblioteca dell’Immagine, sarà in vendita da domani con “Il Piccolo” al prezzo di 14 euro, oltre a quello del quotidiano.

Non se ne sa quasi nulla in Italia: sono stati proprio gli Austriaci, nella seconda metà dell'800, a introdurre ai bordi della laguna di Grado la coltura del riso. Serviva per desalinizzare il terreno, a nord verso la fertile pianura; portarlo alle colture agricole, fino alle assai redditizie oggi piantagioni degli asparagi bianchi. Dunque, a Belvedere la coltura del riso e il molino per lavorarlo. E finita la dominante viennese, negli anni Trenta la desalinizzazione è stata proseguita dagli italiani al Boscat. Poi a Donine e Soris verso Fossalon, in comune di Grado.

Una pagina inedita che ci presenta il volume di Scandaletti. Assieme alle straordinarie dimensioni, di ruolo e territoriali, che aveva via via assunto il Patriarcato: guidato da venti sudditi tedeschi, esteso ben oltre Monaco, Vienna e verso Budapest, giù per il lago Balaton e sino a Fiume. Un libro riccamente illustrato dalla Biblioteca dell'Immagine.

Era stata la carta geografica a decidere la sorte di Aquileia, collocandola in alto sull'Adriatico e nei pressi di quel valico accessibile delle Alpi che porta al centro dell'Europa e verso i Balcani. Perciò nella sua accorta strategia espansiva Roma aveva scelto nel 181 a.C. di porre qui la base più avanzata e ben munita, terza città dell'impero e il più importante emporio marittimo.

Attila, Carlo Magno, la Serenissima. Poi il feudalesimo, quindi ancora Venezia, l’uragano napoleonico e i cento anni di domininazione austriaca. Con la Grande Guerra il Friuli e la Venezia Giulia si riuniscono all'Italia: di qui parte anche il treno con il Milite Ignoto.

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