Scanu: «Ritorno alla musica»

Dopo la vittoria nell’edizione del 2010 e il “riscatto” con i reality

SANREMO. Vestito di scuro, con il pizzetto, gli ampi tatuaggi che si intravedono sulle braccia. Valerio Scanu torna all’Ariston, dove ha vinto sei anni fa, con “Finalmente piove” un bel pezzo firmato da Fabrizio Moro. Tra una gara e l’altra ha partecipato all’ Isola dei famosi e a Tale e quale show, programmi che hanno svelato altre sfaccettature della sua personalità. «Sono serviti a riscattarmi a livello umano e darmi una spinta a livello artistico».

Perché parla di riscatto?
«Dopo Amici venivo spesso etichettato come l’antipatico, l’arrogante della situazione. La televisione porta a vedere solo alcuni lati del carattere. Ciò è andato a mio svantaggio: sono semplicemente una persona che ha sbroccato. In queso senso L’isola dei famosi è riuscita a farmi andare oltre».

Dopo queste esperienze televisive ha avuto l’esigenza di tornare a cantare?

«In realtà in tutte le esperienze che ho fatto la musica non è mai stata messa da parte. Ho un progetto chiaro in testa, più ampio, mi muovo verso una direzione».

Prima dell’esibizione all’Ariston ha consegnato nelle mani del maestro Beppe Vessicchio una bacchetta. Perché?

«È la sua bacchetta storica, me la regalò nel 2010 dopo una scommessa che vinsi quando arrivai primo al Festival. Da allora ha diretto solo con le mani, non ne ha trovata un’altra uguale. Gliela restituisco perché possa dirigermi quest’anno».

Perché come cover ha scelto “Io vivrò (senza te)” di Lucio Battisti?

«È un brano a cui sono legato affettivamente. Era il cavallo di battaglia di una mia amica che è venuta a mancare. Una grande cantante che non ha avuto la mia fortuna nell’emergere. Idealmente sarà con me sul palco stasera».

Prevede dopo Sanremo altre esperienze televisive?
«Non le escludo, anche se ora vorrei dedicarmi alla musica».

Cosa le rimane dentro della sua Sardegna?

«La tempra viene sicuramente dalla mia terra».

Non si separa mai dai suoi cani: li ha portati a Sanremo?

«Quattro su dieci: sono sempre a casa con me».

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