Severini a Parma futurismo e oltre in 25 opere mai viste in Italia

ROMA. Gino Severini, non solo Futurismo. Per la grande monografica allestita dal 19 marzo al 3 luglio negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo (Parma), tutte le...

ROMA. Gino Severini, non solo Futurismo. Per la grande monografica allestita dal 19 marzo al 3 luglio negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo (Parma), tutte le stagioni creative dell'artista cortonese, dagli esordi divisionisti al ritorno al Classicismo dell'ultimo periodo, saranno rappresentate grazie a una selezione di circa cento opere, di cui ben 25 mai viste in Italia. Curata da di Daniela Fonti e Stefano Roffi, 'Severini. L'emozione e la regola’ è un'iniziativa espositiva che celebra il cinquantenario della morte, avvenuta nel 1966 a Parigi e che propone ai visitatori i risultati di una revisione critica condotta negli scorsi decenni dell'opera del celebre pittore. Il percorso non si concentrerà dunque solo sul suo periodo di adesione al Futurismo e al Cubismo, cui sarebbero seguite, secondo alcune interpretazioni, fasi interessanti ma non capitali per il linguaggio artistico del XX secolo. È infatti maturata la consapevolezza che il percorso creativo di Severini rappresenti fino alla fine, proprio nella sua articolazione e nella sua inquieta ricerca di 'perfezione nella contemporaneità', una perfetta parabola di protagonista del '900, attratto prima dalle rotture linguistiche delle Avanguardie e successivamente concentrato sulla ricerca di un equilibrio di ispirazione classica, ma non classicista. Che poi caratterizzerà ogni successiva stagione, da quella, più rigorosa della misura aurea negli anni '20 e '30 all'altra pittoricamente più libera ed estroversa degli anni '40. Fino alle riprese neocubiste e neofuturiste dei due decenni successivi.

Punto di partenza sono due opere molto significative di Severini, conservate nella collezione permanente della Fondazione: il capolavoro futurista la 'Danseuse articulée’ del 1915 e la matissiana 'Natura morta con strumenti musicali’, realizzata nella prima metà degli anni ’40, acquistate direttamente dal fondatore Luigi Magnani. Accanto a queste, saranno allestite circa cento opere, fra dipinti e lavori su carta di dimensioni importanti, fra cui alcuni studi preparatori.

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