Storie dai boschi di Nova Gorica con Anita Kravos tra fiaba e ricordi

Una fiaba che racconta il confine italo-sloveno, fatto anche di piccole grandi solitudini nell'epoca delicata della fine degli anni '50: è "Storie dai boschi di castagne", opera prima del regista di Nova Gorica Gregor Boži› con Massimo De Francovich, Giusi Merli e Anita Kravos, ultimo esempio virtuoso di coproduzione cinematografica transfrontaliera tra Italia e Slovenia.

Immerso nella bellezza sospesa nel tempo delle Valli del Natisone, girato tra due villaggi semi abbandonati tra le montagne e il fiume Judrio, il film è ispirato a tre racconti di Cechov e alle fiabe della tradizione della Slavia friulana, le stesse che, ricorda la goriziana Anita Kravos, ascoltava anche lei quando era bambina. I protagonisti sono un pugno di abitanti sul confine: nel tardo 1950, per sfuggire alla miseria del dopoguerra e alla crescente tensione politica tra Italia e Slovenia, scelgono di partire o di restare, rifugiandosi nella magia dei miti tradizionali del territorio. Come Marta, una donna che non ha più avuto notizie del marito emigrato in Australia da un anno, o Mario, un falegname solitario e pieno di rimpianti, o ancora Tin, il fotografo e tuttofare che osserva la valle e i compaesani sprofondare nella povertà.

"Storie dai boschi di castagne" s'inserisce nel momento felice delle favole al cinema, o almeno di un certo realismo magico.

E il cinema della regione conferma la sua internazionalità: «È una grande soddisfazione collaborare per la quinta volta con la casa di produzione slovena Transmedia dopo "Archeo" di Cvitkovic, "Zoran - Il mio nipote scemo" di Oleotto, "Mama" di Skafar e "Dancing with Maria" di Gergolet», afferma Federico Poillucci, presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission, che ha sostenuto il film insieme al Fondo Regionale per l'Audiovisivo. Le prime immagini del film, girato da Boži› su pellicola, rivelano una ricerca visiva di strepitoso impatto, tra il pittorico e la foto d'epoca».

Elisa Grando