Toccata e fuga la band arriva e riparte subito

TRIESTE. “Desperately seeking PJ”. Parafrasando il titolo d'un celebre film: cercasi Pearl Jam disperatamente. I tantissimi fan da ore si tormentano. Le domande sono le solite, le stesse di altri...
Di Tiziana Carpinelli

TRIESTE. “Desperately seeking PJ”. Parafrasando il titolo d'un celebre film: cercasi Pearl Jam disperatamente. I tantissimi fan da ore si tormentano.

Le domande sono le solite, le stesse di altri casi analoghi. Quando arriveranno i cinque di Seattle? Soprattutto: dormiranno stanotte a Trieste? E ancora: si riuscirà a farli affacciare almeno per un attimo dalla finestra dell'albergo in cui (forse) soggiorneranno?

Un’autentica valanga di interrogativi sul filo del tam tam mediatico e dei social network che anima i patiti della band. Giovani e non, intenditori del grunge e dell'alternative rock da anni seguono le imprese del quintetto statunitense. E ora non vogliono perdere neppure una sfumatura dell'evento.

Per triestini e friulani l'occasione geograficamente più propizia per ascoltare sul palco Eddi Vedder & co era capitata quattro anni fa, all'Heineken Jammin Festival di Mestre. E ora che il gruppo è davvero vicinissimo, in pratica a portata di mano, va fatto l'impossibile - si capisce - per avvicinarlo.

Ma sgomberiamo subito il campo dai tantissimi dubbi: non sarà assolutamente una cosa semplice. Intanto perché secondo i soliti bene informati i Pearl Jam arriveranno a Trieste soltanto questo pomeriggio.

Le fonti più accreditate, infatti, fanno supporre che la band dopo il mega-concerto di San Siro sia rimasta un giorno a Milano, città in cui, per la cronaca, il frontman Eddie Vedder conobbe la sua attuale compagna (e madre delle sue due figlie) Jill McCornick, nota modella.

Quindi il gruppo è atteso all'aeroporto di Ronchi dei Legionari nel pomeriggio. I musicisti arriveranno su un velivolo privato perché, come si sa, personaggi di questo calibro solitamente non viaggiano su voli di linea.

Insomma, un po' lo stesso “schema” adottato due anni fa da Bruce Springsteen, che aveva infiammato lo stadio col suo ormai noto “Mandi Trieste”.

Quindi naufraga la possibilità di vedere Vedder, Gossard, McCready, Ament e Cameron aggirarsi in città prima dell'esibizione, magari a Barcola, come fu nel 2005 per Simon Le Bon, avvistato dalle fan all’hotel 5 stelle “Greif Maria Theresia”. Due ammiratrici si sbracciarono, lui si concesse di buon grado ai flash. Davvero un’altra musica.

Le speranze però non muoiono, anzi restano saldamente appese al post concerto. Non si può escludere, infatti, che stanotte la band si fermi a dormire nel capoluogo.

La prossima tappa che vedrà impegnati i Pj è in calendario mercoledì 25 giugno, a Vienna. Tre giorni di pausa che il quintetto potrebbe anche decidere di trascorre in Italia. Almeno questo è quello si augurano i fan.

Lo staff che organizza il concerto, allestito da Azalea Promotion, tiene le bocche ben cucite e sostiene di non sapere nulla. La riservatezza, in questi casi, è d'obbligo, anche per non trascurabili motivi di sicurezza.

Nell'attesa dunque non resta che lanciare un messaggio: cercasi Pearl Jam disperatamente. E chissà che qualcuno non ci ascolti.

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