Tra amori, ironia e fatti di cronaca l’eco dei migranti

Tanta tradizione nei testi dei 20 brani in gara Fornaciari canta gli sbarchi. Nessun favorito
Di Cinzia Lucchelli
Uno dei bozzetti della scenografia del prossimo Festival di Sanremo. Roma, 28 gennaio 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA RAI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
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I giovani si scoprono più tradizionalisti dei veterani, i talent show rimangono terreno di partenza o di passaggio per molti e, naturalmente, nei testi l’amore impera, soprattutto se disperato. Ecco, in sintesi, le caratteristiche dei venti Big che si mettono in gara per il festival della canzone più importante d’Italia, destinato a catalizzare l’attenzione, non solo popolare e non solo televisiva, per cinque giorni. Non pare ci sia, tra loro, come poteva essere l’anno scorso con Il Volo, un favorito secco, qualcuno su cui la critica già scommette. Mentre molti sono d’accordo nel riconoscere la cura e l’attenzione con cui sono stati selezionati i brani.

I veterani. Torna Patty Pravo, che festeggia 50 anni di carriera con “Cieli immensi”. È l’unica cantante che può permettersi di rifare se stessa nella serata delle cover, quando interpreterà la sua “Tutt’al più”, del 1970. Trentasei anni dopo il suo esordio all’Ariston, calca di nuovo quel palco che negli anni gli ha regalato due vittorie anche Enrico Ruggeri con “Il primo amore non si scorda mai”. Gli Stadio, al quinto Festival, hanno scelto la storia di un padre che parla con la figlia adolescente (“Un giorno mi dirai”). Fuori dal coro Elio e le Storie Tese che con “Vincere l’odio” riescono a infarcire una sola canzone di sette ritornelli diversi.

Dai talent. Il pubblico di “Amici”, “The Voice” e di “X-Factor” ritroverà volti noti, di cantanti e giudici. Morgan con i Bluvertigo ha scelto un brano ricercato ed elegante: “Semplicemente”. Noemi con “La borsa di una donna”, firmata da Marco Masini, racconto l’animo femminile. Arisa, valletta del Festival del 2015, sfodera la sua voce cristallina in “Guardando il Cielo”.

L’amore protagonista. Un passato nei talent per un Sanremo ipertradizionale. Vale per Lorenzo Fragola e la sua cantabile “Infinite volte”, con cambio di tonalità finale. Ma anche per Valerio Scanu e per Annalisa: il primo canta “Finalmente piove” che diventa “Il diluvio universale” per la seconda (con tanto di parolaccia). Stessa formula per Francesca Michielin che porta “Nessun grado di separazione” e per il più fresco vincitore di Sanremo Giovani: Giovanni Caccamo con Deborah Iurato sceglie la formula del duetto per “Via da qui”. Parla d’amore anche Dolcenera che in “Ora o mai più” esibisce il suo temperamento.

Doppia presenza. Stupisce la presenza in gara dei Dear Jack (“Mezzo respiro”) e del loro ex front-man, Alessio Bernabei, che con “Noi siamo infinito” farà ballare l’Ariston.

I rapper campani. Rocco Hunt, di Salerno, mantiene forte il legame con la tradizione della sua terra e con temi sociali in “Wake up”. Clementino, in “Quando sono lontano”, canta la nostalgia di casa.

L’attualità. Irrompe uno squarcio di cronaca anche nel testo di Irene Fornaciari: in “Blu” ricorda i migranti.

Ci sono invece sabbia e cieli blu in “Sogni e nostalgia” di Neffa, ballata dal sapore quasi folk che deve molto ad Adriano Celentano. Mentre gli Zero Assoluto adottano toni leggeri e qualche accenno dance per la loro “Di me e di te”.

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