Al via la rivoluzione francese

Galletti in campo contro l’Honduras, prima la Svizzera di Hitzfeld testa l’Ecuador
Di Paolo Baron

Oltralpe di rivoluzioni se ne intendono. Per questo Didier Dechamps è ottimista. La sua Francia, mix di giovani promesse (leggi Pogba) e senatori (Evra e Benzema su tutti) può diventare tutto o niente in questo mondiale. Il girone è quello che è (gruppo E) e i Galletti anche senza Ribery (il gossip racconta che sia tornato a casa perché terrorizzato dalle punture e ha preferito tenersi il mal di schiena piuttosto che le infiltrazioni) non dovrebbero aver problemi a superare il primo turno e quindi fare meglio di Sudafrica 2010 (fuori subito e subissati di fischi). La questione è un’altra: la grandeur, che è nel dna transalpino, richiede di più. Lo vedremo stasera di che pasta sono fatti contro Los Catrachos, come sono chiamati i giocatori dell’Honduras, formazione che non ha mai vinto una partita in una fase finale di un Mondiale, che per altro ha praticato due sole volte (1982 e 2010) e che ha come punta di diamante Wilson Palacio centrocampista dello Stoke City.

Svizzera-Ecuador. Prima della Francia scenderà in campo la Svizzera contro l’Equador. I rossocrociati – molti dei quali tradiscono dal cognome origini albanesi-kosovare – quattro anni fa furono gli unici a battere la Spagna in Sudafrica. Il tecnico Hitzfeld, alla vigilia ha detto: «Non ha senso essere venuti qui in Brasile per giocare solo tre partite». Il primo scoglio si chiama Ecuador di Antonio Valecia (ManUtd), stella della Tricolor che giocherà in memoria di Chucho Benitez morto a 27 anni l’anno scorso dopo la gara con il Quatar. Curiosità tra le fila dell’Ecuador gioca Caicedo: esordì tra i professionisti in Svizzera (con il Rocafuerte) nel 2005 a 17 anni.

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